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Poesie tratte dalla raccolta Cani al guinzaglio nel ventre della balena. Poesie 1990 – 2014 (asscultpress, 2017)

 

TRENO LUMINOSO

Su un treno luminoso
torno uomo dissidente
specchiandomi
nel tumulto di un epilogo
seduto accanto a scheletri rosicchiati
teschi dai capelli sporchi.
Smarrita ogni bellezza
sommersa ogni ragione
improvvisando gli ultimi chilometri
gli occhi faro inseminati
dall’angelo assente, distesi,
imprecando contro bandiere e fenomeni.
Luminosi tratti sul volto della notte;
nella moltitudine dei tempi
l’orrore perde il suo nome.
Se un confine c’era
l’abbiamo varcato dormendo
con la guardia stanca.
Se un confine c’era, era l’ultimo
(meritava più attenzione).
Agli ultimi metri
su un treno dissidente
sperimentando il destino
tra le luci della contraerea.

 

 

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UNA GUERRA VISTA DA LONTANO

Domattina il movimento sarà veloce.
Nessun problema tranne
un macilento senso di rovina
che prende lo stomaco.
Nessun turbamento
nelle geometrie forsennate
dei capitani di vascello.
Se nevicherà mireremo gli amici
sdraiati per terra
calpestati dal mondo
nel riso e nel fumo
nessun rischio calcolato
nessun coinvolgimento
al bordo dell’esistenza
se non concederci la vista
di macelli ordinari
al limite della banalità.
La rovina è la realtà
la menzogna di moderni Cortez
alla conquista delle Americhe
allo sterminio silenzioso dei vinti.
Una guerra vista da lontano
è come un tramonto visto dal vivo
voltandosi scompare.
Ne rimane il puzzo
ne rimane il rimbombo cupo
che diventa i fuochi di una festa,
la notte, oltre una collina.
Al puzzo, come in un cesso,
si fa l’abitudine.

 

 

Simone Molinaroli nasce in Svizzera nel 1970 e si definisce scrittore, poeta, performer, cuoco, quasi sommelier, coltivatore principiante e altrettanto principiante padre. Egli ha svolto molti lavori di varia natura, mai gratis, collaborazioni con progetti musicali, ha fondato il progetto Ass Cult Press (www.asscultpress.com)e si è dedicato per venti anni alla poesia orale senza nessuna intenzione di metterla in opposizione all’altra. I suoi libri sono stati in gran parte autopubblicati, o meglio pubblicati da Ass Cult Press. Questo perché, a quanto dichiara l’autore, «io sono l’unico che realmente voleva vedere pubblicati i miei libri, probabilmente perché non ho mai avuto voglia di attenermi alle regole non scritte del mondo delle italiche lettere (d’altra parte non essendo scritte come pensare di farle accettare a tutti),probabilmente perché non andavo cercando le stesse cose animato dalla stessa ambigua, inutile e smisurata ambizione che animava e anima molti di quelli/e che condividono la stessa mia vocazione.»

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