A scuola dalle more, portando i prati
alla bocca e loro a dirmi senti?
e poi finire.
Per un momento, eppure,
sono stata il sempre.
*
Per l’altra – di più – la mai
numerata l’innumerevole
vista la bella invisibile
che fa le cose diverse – aperte e chiuse,
dove si spinge e non si spinge
il desiderio dentro le canne
dopo lo sparo e dopo
che l’urlo ha scoperto il passaggio.
Per l’altra – senza terra – proprio qui
densa e battente
non qui densa e battente
che fiore e non fiore
che alba e nel buio
quando non passando passa
smisurata la dolcezza
intanto che muore sboccia
la mente accatastata
la rigogliosa pira
ostinata crepa che spoglia la rosa
e arretra e resta rotta.
Così imperfetta
e poca e minuta e tutta di meraviglia piena.
*
Ho una passione per gli insetti
per le talpe i ghiri
il morso del serpente il secco
suono del picchio contro la bocca
di un pioppo la saliva di un ragno
lungo i fianchi della roccia tutto
il muschio che si spande quando sali
fino a due di me, fino a tre che schiude
fino a mai per sempre, fino a me niente,
oh, niente!
*
Come una capra ho belato alla tua gola.
La tua gola beduina, la tua gola meticcia
rovesciandomi  ha falciato cinghie che tenevano salde [l’azzurro,
ha capovolto la grande terra,  l’ha precipitata fino alla [porta oscura.
Da lì, ora, selve ruminano le foglie nuove e molte
cose e di più svernano contro i denti, ringhiano rose.

Iole Toini (1965) vive sul lago d’Iseo. Ama la montagna e la poesia. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Spaccasangue (Le Voci della Luna, 2009, prefazione di Davide Rondoni), con il quale ha vinto il Premio Sertoli Salis per l’opera prima, e Dei Colori Dei Luoghi (Terra d’ulivi, 2014).

 

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