ROBERTA DURANTE – Club dei visionari
di Franca Mancinelli
da Annuario 2015
 

A due anni dalla plaquette Girini (Premio Mazzacurati-Russo d’if, 2012), Roberta Durante esordisce con la raccolta Club dei visionari (Di Felice Edizioni, Martin Sicuro 2014), conducendoci nel luogo di un sogno che si ripete. Pur variando le immagini, i soggetti e i luoghi, ciò che le sue microstorie e brevi apologhi narrano è lo spazio chiuso, circolare, della scrittura. Figure e vicende che popolano questi 52 brevissimi testi numerati come sequenze emerse dal buio, appartengono infatti per lo più a un’unica scena, quella, appunto, dello scrivere registrato nel suo farsi. Torna infatti frequente una situazione di clausura: in lavatrice, dentro una vecchia auto «col serbatoio a zero», o in «una stanza senza spiragli», Durante ci riporta nella condizione da cui si origina lo scrivere, in quello spazio delimitato che è, allo stesso tempo, quello che la scrittura genera, «scatola piccola piccolissima» in cui sta l’essenziale. La forma breve di questi testi può essere pensata proprio come custodia di ciò che appartiene a un’identità dispersa e duplicata nello specchio del sonno. Se, attraverso toponimi di città, affiorano tracce di un movimento nello spazio, dall’altra queste sono come cancellate e annullate dalla dimensione onirica in cui sono immerse. Di fatto l’unico movimento possibile è quello di un moto annullato dal suo ripetersi, come in un loop. La velocità sfuma in fissità (poesia 10), il viaggio in un andirivieni di partenze e di ritorni, sradicamenti e desiderio d’appartenenza (poesia 22). Queste iterazioni sono legate a un principio di piacere e a un moto a ritroso, dentro se stessi, ma anche, inevitabilmente, a un sentimento di claustrofobia e a un’angoscia che, come nel marchigiano Luigi Socci, viene subito rovesciata dall’ironia. I consueti nessi causa-effetto sospesi, la logica infranta, l’unica legge a cui soggiace questo “club” in cui ci guida Durante è quello della ripetizione. Se l’esistenza non filtrasse attraverso una fenditura e se non ci fosse, costante, la presenza di un “tu” che dirige e richiama, questo mondo si sarebbe infranto prima. Mantiene, invece, fino all’ultima sequenza, una leggerezza capace di richiamare a sé il lettore. La crisi che il mondo di Club dei visionari annuncia, sembra in atto in Balena, la raccolta uscita nello stesso anno (Edizioni Prufrock spa 2014) e presente in versione audio sul sito di Gabriele Frasca. Come chiamata a riempire un «vuoto di voce», Durante involve in una lingua innamorata del suo stesso suono, in una circolarità che si è fatta catena.

 
16
 
tutto quello che serviva
stava nella scatola
una scatola piccola piccolissima
perché l’amore – era scritto
sopra non occupa spazio
*
 
22
 
erano viaggetti d’espatrio
per levarmi di dosso quell’aria di
radice ma dopo ogni volta
il desiderio di assimilare e di
appartenere per cui comperavo il ritorno
al punto da cui
ritornare a partire
*
 
34
 
forse di notte oppure una volta ch’ero
stanca fingevi di baciarmi forte
invece mi cucivi la bocca
ma bene senza mostrare il filo
 
Roberta Durante (Treviso, 1989), si è laureata allo IUAV di Venezia in Arti Visive e dello Spettacolo. Ha pubblicato la silloge Girini (Premio Mazzacurati-Russo – d’if, 2012) e la raccolta Club dei visionari (Di Felice Edizioni, 2014). Nello stesso anno è uscita la silloge Balena (Edizioni Prufrock spa 2014).
 
 

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