• RITRATTI DI POESIA 2018
    Tempio di Adriano
    Piazza di Pietra
    RomaPROGRAMMA DI VENERDI’ 9 FEBBRAIO
    14:30 – 15:10 Di penna in penna (quarta parte)
    Beppe Mariano, Cristina Sparagana, Luigi Trucillo, Nicola Vitale
    BEPPE MARIANO
    ALZARE MURI
    Cemento in grandi blocchi: un muro
    di possente egizia precisione
    a dividere una nazione dall’altra.
    Altri muri sono più ordinari:
    di mattoni uno sull’altro disposti con varie
    calce e malta a formare il divisorio
    tra una famiglia e l’altra.
    Vi è spesso un muro tra te e lei,
    pur insieme nella stessa abitazione,
    in cui vi siete murati.
    Vi è infine, un muro mentale in te:
    ad ogni poesia lo abbatti; ma nell’ordinario
    si riforma. Strenuamente lo combatti
    poetando quasi senza interruzione.
    (inedita)
    CRISTINA SPARAGANA
    L’ALBERO DI ALBICOCCHE
    L’albero di albicocche, l’abituro
    dei fanciulli per aria.
    Oh,
    la breve, segreta rimozione
    alla gracile riva.
    Quella lira
    che moriva sciogliendosi dal ramo
    dei tuoi fiochi capelli.
    Preparavi la tavola,
    due merli
    venivano a oscurare le tue mani.
    Ed ecco, la tua sagoma odorava
    d’accaldato granturco,
    la miniera
    ti frangeva in un bruscolo di rame.
    Ora ridi al mio fianco come il pane
    che s’azzurra nel tiglio.
    Sul tuo miglio
    una rondine in fiamme, un’altra sera.
    (inedita)
    LUIGI TRUCILLO
    IL DELFINO
    Il dorso vivo di un delfino
    sussultava stanotte
    nel mio letto.
    Con la mia maschera
    io lo guardavo
    da sotto in su
    nuotare
    sul soffitto trasparente delle onde,
    e intanto pensavo che i ricordi
    di bambino
    sono impastati alle immagini
    dei nostri testimoni muti
    ormai scomparsi,
    con un tuffo nell’acqua buia
    dove la notte azzurra di tutti
    è una corrente.
    (da Altre amorose, Quodlibet 2017)
    NICOLA VITALE
    Come può essere un amore in ritardo
    se per eccellenza è in anticipo
    sulla fine del tempo?
    Ci siamo fatti domande su questo paradosso
    del nostro vivere all’alba
    di una felicità che tramonta.
    L’amore conserva se stesso
    quando tutto brucia
    non è esposto alle intemperie
    perché è sempre oggi che offre il suo battito.
    Allora non c’è da ridire quando in vecchiaia
    dismessi i falsi scopi ci è data un’altra vita
    al largo di quelle isole di felicità
    che si vedevano in mare
    in certi giorni di bel tempo.
    (da Chilometri da casa, Mondadori 2017)
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