Tempio di Adriano
Piazza di Pietra
Roma
PROGRAMMA DI VENERDI’ 9 FEBBRAIO
15:10 – 15:30 Poesia sconfinata (terza parte)
Gwyneth Lewis (Galles, UK)
Traduzione e incontro a cura di Paola Del Zoppo
15:30 – 15:50 Di penna in penna (quinta parte)
Franca Mancinelli, Gilda Policastro
15:50 – 16:10 I “landays”, poesie dall’Afghanistan
Eliza Griswold parla con Moira Egan del suo libro
I am the beggar of the world, Farrar, Straus and Giroux, USA
GWYNETH LEWIS
VIRUS MARINO
Sapevo che non sarei mai dovuta andare giù
Ma l’ho fatto, e l’aria viziata di sentina e legno
Mi ha riportato indietro. I teli del mio cuore
Tesi allo spasmo, quando una burrasca
Più forte del desiderio riempie la vela
Dentro di me. Essere sparata via dalla terra
E dal suo fumo di legno! Sentire la chiglia
Fredda nella corrente! Vedere l’albero
Graffiare l’acqua come una penna instancabile
Scrive una scia che sfuma! È vero,
Sono rovinata. Neppure la bonaccia potrà
Tenermi più a terra. Nemmeno tu.
(da L’albero dei passeri, Elliot 2016, traduzione di Paola Del Zoppo)
FRANCA MANCINELLI
Le frasi non compiute restano ruderi. C’è un intero paese in pericolo di crollo che stai sostenendo in te. Sai il dolore di ogni tegola, di ogni mattone.
Un tonfo sordo nella radura del petto. Ci vorrebbe l’amore costante di qualcuno, un lavorare quieto che risuona nelle profondità del bosco. Tu che disfi la valigia, ti scordi di partire.
(inedita)
GILDA POLICASTRO
PUZZLE
Quando vai a trovare qualcuno malato
di solito passi davanti a un altro
malato nella stanza solo
nel letto sbagliato
Quando esci dalla stanza lo vedi
addormentato sul fianco uguale
al tuo malato soltanto
nel letto sbagliato
Te ne ricordi l’indomani
che sei passato dritto
non hai salutato
e nemmeno guardato
quell’altro
malato
uguale
solo
nel letto
sbagliato
(da Esercizi di vita pratica, Edizioni Prufrock SPA 2017)
ELIZA GRISWOLD
ROVINE
Un giorno primaverile trasuda da Trastevere.
Una suora in scarpe da ginnastica turchesi
contempla la scalinata.
Ogni bulbo si sommuove.
L’uovo nel mio petto si spacca,
si apre contro la mia volontà.
Il morto sulla strada in Congo
era senza un orecchio,
che avevano mangiato
o che forse qualcuno portava
come ciondolo appeso al collo.
Il morto aveva questo aspetto. No, quello.
Ecco un branco di turisti,
tutti con i cappelli di tela uguali.
Sto guarendo per sbaglio.
Anche Roma è costruita su rovine.
(traduzione di Damiano Abeni)
(Visited 69 times, 1 visits today)