Pubblichiamo alcune poesie da Per diverse ragioni (Passigli, 2017) di Domenico Brancale, e rimandiamo anche al blog “Il primo amore” dove compare un inedito del poeta lucano.

voltarsi verso la notte in persona
è così che andiamo nell’assenza
le mani strette intorno al fiato
un cieco col bastone porta il tempo della vista
l’orecchio porge la mano al silenzio
non ci sono ore nel sonno, non peso
né condivisione
il buio trapassa le bocche
fuori
nel sangue il corpo mantiene la sua promessa
chi rimane conta ancora
il numero degli addii è insopportabile

*

essere in tanti essere il respiro di uno solo
dell’uomo piegato
da un tempo che stenta a fiorire
gli steli mancano petali e corolla
quei petali strappati uno dopo l’altro
recitando «muoio, non muoio»
finché non rimane nulla fra le dita
se non il referto bianco
«scrivere è leggere il tuo corpo»

*

qualcuno in piena notte bussa al petto
mi strappa un grido
qualcuno è la parola
la parola che mi smentisce
la ferita
dice ora nel respiro
ora non è più

*

nella carne facciamo prova di noi stessi
che tutto è infinito sul punto di finire

*

S’inerpicano lassù. Nel profondo.
All’altezza del perdono.
Gli occhi umidi che sradicano il cielo.
Lontano da tutto. Lì dove tutto è permesso.
Anche le assenze.
E i giuramenti chiedono di essere spezzati.
Lassù. Lasciami salire.
Mi trascina lo sguardo che il cieco rivolge a se stesso
la crepa della propria essenza.
Qui dove stiamo vivi nella morte.
Noi gli increati.
Abbiamo ancora bisogno di candele.

*

Guardavo la laguna. La marea taceva.
Non una voce dall’acqua. Nessun richiamo.
Mi accorsi di essere solo.
In ogni dove. Lontano dal cuore il luogo della parola.
In mare aperto.
Nel niente.

Domenico Brancale (1976) è nato a Sant’Arcangelo, in Lucania. Ha pubblicato Cani e porci (Ripostes, 2001), L’ossario del sole con una nota di Michele Ranchetti (Passigli, 2007); Controre (Effigie, 2013), Per diverse ragioni (Passigli, 2017) di Domenico Brancale. L’immagine di copertina è di Heloise Faure.

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