Dalla raccolta inedita Vie di scarto

La madre e la frattura
Vado cercando il centro e il fine
il giro che ripassa al punto fermo
Vado cercando il sasso in fondo al pozzo
e l’ombra che al cammino allinea i passi
Vado cantando l’elegia di carne
che celebra nell’Io la madre e la frattura
e dietro le mie ciglia la lacrima che sola
genera il senso primo e le ragioni
Vado cercando l’altra che son io
per dire se ancora un poco mi somiglia
*
Ti cerco gli occhi
Ti cerco gli occhi e ne conto solo due
uno dietro l’orizzonte e uno appeso ai miei
Ti pieghi e cerchi sotto il tavolo l’essenza
e spingi a forza nel bicchiere la rabbia accartocciata
fingendo di descrivere un mare che non c’è
di piangere un padre che non ti è stato padre
o di chiamare madre quella che ha inciso solo tratti [incerti
Amarci (ognuno per sé) solo come icone cui non [somigliamo
Odiarci (questo insieme) per la beffa di non esserci [reciproci
in questa vocazione al volo dove le ragioni tirano i piedi [alla ragione,
sebbene inscenare una parte o la regia ci serva per [restare,
per non fiaccarci o armarci stancamente
restando schiena a schiena pronti all’improbabile duello,
come se l’amore (o la sua lunga ombra)
non pretendesse affari sottobanco tra i suoi due vinti e [taciti assassini
*
Chiedo scusa anche a te.
Sono solita onorar le promesse
ma ora ci vorrebbe un miracolo,
un atto di fede, la fantasia di scartare
un regalo per trovarci qualcosa
che stupisca qualcuno dei due.
Dunque non ti prenderò in contropiede
e non ti mostrerò alcun tesoro,
Potrei convincerti che c’è molto spazio,
tanto spazio da qui fino ai bordi, ma poi
tu dovresti partire  e orientarti
e io temo il rimbombo dei passi.
Se potessi tenerti per mano così da guardare
insieme là sotto, vedresti
le ombre di quelli caduti,
le briciole sparse del nostro banchetto,
e le cose tremanti sul fondo
dove svuoto più volte le tasche.
Se riuscissi a tenerti per mano
per guardare insieme là sotto,
dovrei fingere, io, di non soffrir di vertigini,
tu di avere occhi adatti a tanta distanza
*
Genesi
“Il primo giorno Egli creò l’uomo e la donna, quando [tutto era già predisposto.
Il secondo si pentì e insinuò in loro il senso di colpa, [dunque il terzo essi peccarono e si nascosero,
cosicché il quarto furono nudi.
Il giorno seguente li perdonò e inventò la pietà. Il sesto [cadde in errore e li dotò di parola.
Ma quando iniziarono a nominare sogni, amore e [desideri, si accorse di non aver dato loro
il permesso e vennero cacciati.
Dunque conobbero il giudizio, e dotati di piedi, lingua e [immaginazione il settimo giorno Essi
crearono dio.”

Valeria Raimondi, fa parte dell’Associazione culturale Movimento dal Sottosuolo che promuove dal 2008 la diffusione della Poesia anche attraverso progetti internazionali. Collabora con movimenti legati all’interculturalità, alla libera espressione, ai diritti, all’ambiente. Nel 2013 con i circoli ARCI di Brescia propone SCONFINA(te)MENTI, festival e gemellaggio culturale con l’Università di Kragujevac, in Serbia.  Nel 2016 dal gemellaggio con associazioni culturali albanesi nasce l’antologia bilingue (per traduzione di Valbona Jakova) a tre voci: B. Costa, J. Hirschman e V. Raimondi, Poetre II: L’onda dentro che sospinge, antologia presentata poi con Beppe Costa nelle principali università e Centri Culturali albanesi. Con il Movimento dal Sottosuolo ha curato il Festival Virgilio di Mantova e Sirmione nel 2015 e lo spettacolo I dialetti nelle Valli del Mondo, progetto artistico di Rosana Crispim da Costa, presentato presso Teatro Bonoris di Montichiari, nel 2017 e 2018. Nel marzo 2017 è invitata a Cagliari , dal Grimorio delle Arti, per incontri presso il Liceo Scientifico Alberti e presso lo storico Centro di documentazione e studi delle donneCon il collettivo Donne A(t)traverso di Lonato propone il recital narrativo- teatrale Prigioniere delle trame, liberate dalle Retisulle radici e le conseguenze degli stereotipi e della violenza di genere. Partecipa alle antologie Sotto il cielo di Lampedusa; Signornò: voci contro la guerra; LiberAzione poetica: antologia sulle prigioni; 100mila Poeti per il Cambiamento; Voci dell’Aria. Alcuni suoi versi compongono il brano Intro dell’album musicale Dunk, omonima band con i fratelli Giuradei e musicisti Verdena e Marta sui Tubi. Nel 2011 pubblica la prima silloge IO NO (Ex-io), rieditata nel 2015 presso Ed. Pellicano di Beppe Costa, Roma, e nel 2014 Debito il Tempo, silloge vincitrice del Concorso Eros e Kaìros, rieditata da Pellicano nel 2016.

 

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