Accerchiata
Era stata colpita da riso di bocca e riso da cucina,
da un tremore di spavento e anche di gioia,
da rose spetalate, certo, era maggio in centro esatto.
I confetti non le imitarono la forma,
la torta sì, di marzapane occhi al cielo:
disapprovazione di pupille, tonde.
Fu un giorno di tulle, niente più,
seguito da altri, affaticati, bucati al centro da un compasso
che gira e gira il tracciato di alba in alba.
L’abitudine del cerchio spaventò l’anulare
dimagrito nella pena.
La fede scivolò su una piastrella, rotolò
libera, rotonda, godendosi sciolta
la sfera di terra contenuta dentro il mondo.
La sposa non più sposa alzò le spalle,
colmò d’acqua e di sapone una tazza
dipinta di coriandoli e una macchia.
Il sole era cocente,
lei decise di attendere la comprensione femminea
della sera sotto luna.
A lei lanciò la libertà, dentro bolle di sapone.

*
Era niente
Corrotta dalla solitudine
avanzò con una sigaretta tra le labbra
e un bicchiere di vino rosso nella mano.
Selezionò gli amanti
scelse quello non pentito di vendersi.
Fuori piovevano fiori di ciliegio
piume di uccelli giunti dal migrare
foglie perduto l’albero.
Non era nessuna stagione, neppure mese.
Nessun anno da ricordare.
Era solo un sogno. Il sole alto
come una mezzaluna nel cielo scuro.

*
Dolori in bocca
Ai panni sporchi
di passeggiate di lumache
racconta che hai temuto
le guance gonfie di dolore
imbrattate da corpi sgusciati
squartati vivi
bruciati
in aqua ardente.
Di un impermeabile granata
ali
nel vento
che ti denudava le caviglie,
dell’invocazione strabica
di un lupo mannaro
ai molari giudiziosi della luna.
Racconta che dondolò
a un filo sulla porta
come un impiccato
che non si volle creder morto
direi
se non l’avesse detto un altro
però rende bene la faccenda
di un dente
semprevivo a una maniglia.
Se almeno avesse nevicato
per terra il sangue
non sarebbe apparso marcio.

Savina Dolores Massa nasce a Oristano, in Sardegna. Arriva finalista al Premio Letterario Calvino nel 2007 con il romanzo Undici. È il principio delle pubblicazioni con la casa editrice Il Maestrale: Undici (2008), Mia figlia follia (2010) tradotto in Francia, la raccolta di racconti Ogni madre (2012), Cenere calda a mezzanotte (2014), Il carro di Tespi (2016), la silloge poetica Per assassinarvi – Piacere siamo spettri (2017). È presente in numerose antologie poetiche e di racconti. Collabora con la rivista culturale L’EstroVerso. Cura laboratori di scrittura creativa e di propedeutica alla lettura orale, lavorando negli ultimi anni soprattutto con Centri di Salute Mentale. Porta in scena spettacoli teatrali tratti dalle sue opere o da quelle di autrici e autori a lei cari: Gramsci, Merini, De Andrè, Majakoskij, Calvino, Artaud, Yourcenar e tanti altri. Amante della tradizione poetica orale gira ostinata per paesi, città, teatri e piazze. Del dono della scrittura ringrazia la vita che ha vissuto. E che vive.

 

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