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LA SCONFITTA INVISIBILE

 

Le parole del mondo cadono a grappoli,
riempiono i continenti fatiscenti,
umiliano il silenzio dei diseredati.
Dilaniato da molti poteri contrastanti
l’universo si dilata o si restringe
sotto i colpi di bengala delle false libertà.
Esplodono i temporali dello spirito
in attesa di improbabili palingenesi.
Gioca facile l’illusione di successo
nel cratere bollente di domande inevase.
Dove viene tessuto il mistero delle
trame invisibili che straziano
le speranze di riscatto dai soprusi?
Certo, la ragione ha avuto buon effetto
per secoli illuminando le sorti,
e tutti gli dei straziati da Titano
hanno infine rinunciato ai loro vezzi,
sono scomparsi senza lasciare recapiti!
Uomini e donne vaganti nelle scelte
non hanno saputo trovare le strade,
si sono persi nell’incertezza dei desideri,
e si sono sorpresi sudditi di tiranni.

Le verità sono molte e confondono.
Gli inermi, i pazienti, i vergognosi,
si sono fermati nella valle del nulla.
Un gruppo si è spinto nel deserto.
Sopravvivono di sole, serpenti e rari sterpi.
Indisturbati e miti nelle loro solitudini,
hanno scoperto un dio che ascolta e non parla.
I capitoli della loro storia sono semplici,
raccontano vicende di rinascenze
mentre la terra inospite li smentisce.
Cose di ieri e di oggi, molto somiglianti.
Segnali di un tempo dubbio negli spazi,
finzione di realtà senza logici sensi.

Io, singolo esemplare in cerca di amici,
sono testimone delle ere cicloniche
che non hanno insegnato le convivenze,
e dell’attesa della risolutiva evoluzione.

 

 

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INGANNO

 

Credere che l’uomo è onesto, accorgersi
che è una favola raccontata per avallare
l’irredimibile perfidia.

Mi fidavo di te, ti ho dato il cuore. Hai preso
le mie parole, le hai usate per il tuo potere.
L’inganno duole più di uno schiaffo.

Violata la sacralità del bene,
non tornerà più l’armonia di amici.
La fiducia umiliata apre l’abisso,
non c’è redenzione, non c’è riparo.

Cosciente di barare, non hai esitato.
Hai raggiunto l’obbiettivo con il mio sangue.
Hai storto il mio sorriso. E ora tu non sai dire.
Ma il potere brucia anche i sogni.
Sarai cenere.

    

 

 

Ottavio Rossani (Sellia Marina, 1944), vive a Milano, dove si è laureato in Scienze Politiche e sociali all’Università Cattolica. Poeta, scrittore, pittore e regista teatrale. Come giornalista – 40 anni al Corriere della Sera – ha viaggiato in diversi continenti; ha incontrato potenti e umili negli ambiti della cultura, della politica, della cronaca. Ha scritto saggi storico/letterari e racconti. Tra gli altri: Stato società e briganti nel Risorgimento italiano (2002, tre edizioni); Leonardo Sciascia (1990); Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995), Le parole dei pentiti (2000).
Sei i libri di poesia: Le deformazioni (1976), Falsi confini (1989), Teatrino delle scomparse (1992), Il fulmine nel tuo giardino (1994), L’ignota battaglia (2005) e Riti di seduzione (2013). Molte le plaquette, corredate da suoi disegni. I suoi quadri si trovano in collezioni private, in Italia e all’estero. Una sua pièce, Se mi vengono i brividi, è stata rappresentata a Buenos Aires, con la sua regia. Dal 2007 tiene il blog POESIA sul Corriere della Sera on line.

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