Poesia del Nostro Tempo pubblica una breve nota di lettura e alcuni testi tratti dalla raccolta inedita Note sul funzionamento di una macchina gigante di Andrea Piccinelli. Il libro è risultato finalista di Luce a Sud Est – concorso di scrittura sociale promosso da Pietre Vive Editore in collaborazione con le associazioni Pietre Vive e Il Tre Ruote Ebbro. Sul nostro sito si può trovare anche una selezione a cura di Fabio Orecchini dall’ultimo libro di Piccinelli, Degenza autoptica (Sigismundus 2017).

La scrittura di Piccinelli denota molta cura, nella scelta dei vocaboli, nella disposizione del verso sulla pagina, nel ritmo generato dai suoni e dalla scansione metrica. Un ritmo fluido e continuo, nonostante i contenuti dei testi siano ostici, enigmatici, distanti dal quotidiano.
Le sue poesie generano un senso di alienazione, di estraniazione e spesso la lingua è talmente tecnica che porta alla perdita di ogni tipo di comunicazione umana.
L’uomo, con i suoi vissuti, le emozioni, le sensazioni percepite, è poco presente, o meglio figura come estraneo, o come ‘oggetto di osservazione, analisi, contrattazione’ tra le pagine della raccolta. Prevale il dato, l’oggettività, la registrazione estrinseca, ma non si entra in alcun contesto specifico che possa ricondurre a emozioni, sentimenti o situazioni umane o affettive.
Il linguaggio, la parola, la disposizione del verso creano in modo efficace una profonda alienazione: quel senso di distacco e freddezza che tanti – troppi- meccanismi di comunicazione, e insieme sociali, lavorativi, relazionali impongono oggi alle nostre vite.
Lo stesso autore spiega che nella sua opera «lo sguardo si sofferma sull’efferatezza delle forze disumananti del contemporaneo, sul rapporto problematico tra scelte collettive e individuali e una supposta ineluttabilità dei processi storici, sulle contraddizioni di un’epoca che vede diminuire costantemente la varietà delle opinioni consentite sui media mentre, allo stesso tempo, un’enorme quantità di informazioni impediscono di riconoscere i soprusi e quindi di reagire. Da queste riflessioni scaturisce una poesia che testimonia l’impossibilità di trasformare o dare un senso a un mondo inarmonico e incomprensibile, e che (attraverso degli strappi o lacerazioni) si limita a denunciare la repressione delle discrepanze, oltre che la mancanza di una prospettiva politica grazie alla quale possa svilupparsi una rinnovata coscienza di classe tra i popoli che subiscono le sopraffazioni di chi esercita il potere.»

Dalla sezione (compendio delle ossa)

Il modello impostato sulla stima dei molteplici risvolti
andrebbe valutato con maggior cura, affinché
contribuisca ad approntare gli interventi per ripristinare il decoro urbano
e, nel contempo, ammortizzare i costi della riconversione.
Per percepire le alterazioni cagionate
dalla catastrofe, è necessario coricarsi sulla piattaforma e, nell’attesa
di puntellare gli edifici e spalare le macerie, scordare
le vecchie posizioni, i libri chiusi sopra lo scaffale.

*

Dalla sezione (Una sorta di preambolo) 

Quei giovani con i visi arrabbiati.
Non è più evidente – l’appartenenza, la continuità
di posizioni e l’adattamento alle circostanze.
Su una rotta insostenibile – disponibili a subire
vessazioni e iniquità. I discorsi d’accusa.
Con le regole attuali,
è del tutto svuotato di significato.

*

Dalla sezione (i.e.)

È uno spettacolo sempre un po’ misero: è un involucro,
un inganno, un’ipotesi di condono; è un’auto accartocciata contro il muro,
una sequenza cinematografica, una banca dati, un petardo che scoppia; è
un simulatore di volo, un tappeto imbastito, una foto che lo riprende davanti alla barricata,
una mascherina da saldatore, un caschetto, un infiltrato; come è logico che sia:
una provocazione.

Andrea Piccinelli vive e lavora a Grotte di Castro (VT); è laureato in storia dell’arte e ha pubblicato due raccolte di poesie: Aporie spurie (Oedipus, 2016) e Degenza autoptica (Sigismundus, 2017). Con la raccolta inedita Note sul funzionamento di una macchina gigante è tra i finalisti di Luce a Sud Est – concorso di scrittura sociale del 2019.

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