Nessun uomo è un’isola – scriveva John Donne, lasciando intendere che nessuno vive solo per se stesso e ogni uomo non è che una componente integrante dell’umanità, una parte di un tutto. Quello che faccio viene dunque fatto per gli altri, con loro e da loro: quello che essi fanno è fatto in me, da me e per me. Ma ad ognuno di noi rimane la responsabilità della parte che egli ha nella vita dell’intero corpo.

La poetica di Ilaria Grasso parte dalle stesse premesse di John Donne. É una poesia matrioska la sua, c’è un’idea di comunità sociale dentro i suoi versi, tra le sue righe si avverte il bisogno di un’umanità che sappia farsi umana nei gesti, negli sguardi, nel pensiero. Perchè se è vero che l’uomo esiste in quanto parte di un tutto, è nel senso di appartenenza a un’entità collettiva che si iscrive il suo dovere di cura e di attenzione verso l’altro.
Ecco allora che l’incontro con la comunità (spesso, specchio e proiezione di sé), congiuntamente all’annotazione di quanto il quotidiano è capace di offrire, diventano importanti chiavi di lettura e indagine per l’autrice. È lei stessa a ammetterlo quando afferma le mie poesie partono da un’intuizione sollecitata dall’osservazione della realtà o da quell’empatia che avverto quando vivo qualcosa e la ritrovo negli altri e viceversa. Osservando il loro comportamento o ascoltandoli, inizio a ragionare. Le immagini e i versi arrivano da soli. Segue poi un lavoro sul suono e sul significato delle parole avvicinandomi il più possibile a ciò che sento e penso rispetto a ciò che i mie occhi guardano.
Registrare il particolare perché in esso possa pulsare tutto il possibile umano. Un compito dall’alto valore etico.

A seguire una selezione di testi inediti ricevuti in anteprima che confluiranno in una prossima raccolta in via di definizione.

*
La terra che le hanno gettato addosso
le pesa tutta in ogni grammo
in ogni infinitesima parte
le preme sul cuore e
le ottunde la vista
Riposo, soltanto riposo vi chiede
per le sue braccia stanche
di annaspare in una vita
che più non riconosce
Poi da ovest una folata di vento
riesce a scoprirle le palpebre
e la retina come per incanto
le mostra la luce del mattino
In quel momento non fate nulla
se non un gesto gentile
una carezza o un abbraccio
che piano piano rinasce
e quando muoverà i suoi passi
fate come con i bambini
Mentitele all’occorrenza e ditele
che non avete mai visto passo più elegante
Ditele che la primavera sta per arrivare
I ruscelli si stanno riempiendo a valle
Piano piano tutto ricomincia
È normale ogni tanto ritirarsi
Fa così anche l’onda del mare

*
Allora cosa devo fare se mi calpestano?
Ed io dopo che mi avevi posto la domanda
indossai una bella camicia da maestra
inforcai gli occhiali e guardandoti
con fare austero e persuasivo
ti consigliai di attenerti al tema del filo d’erba
che sebbene tante volte è calpestato
sprigiona sempre con naturalezza il suo profumo
così alla fine a tutti ciò che rimane
è solo un meraviglioso e inebriante senso di bellezza
*
Hai attraversato strade piene di gente
nelle ore chiare del giorno
con la forza di un cuore sognante
Ma adesso è notte e di fronte a te
solo una luna crescente e tanti astri
Ora posso solo ricordare
il terrore dei reduci e dei dispersi
e pensare a te che fiera
da qualche parte ancora avanzi
tra immagini e fogli di giornale
ancora viva, priva di corazza
e con la pelle tutta intatta
La tua anima era impavida e aperta
e tutto il mondo ti proteggeva
Prima di cadere la paura ti
era sconosciuta e il cuore
tremava solo per amore
È vero ora vai più lenta e i tuoi passi
sono solo poco poco più accorti
*
Così spigoloso è il marmo
quando viene estratto dalla cava
Poi lo scalpello agisce
e lo sfrido è una moltitudine
di lacrime e sofferenza
e polvere in abbondanza
Ma poi succede che emergono
azzurrine vene brillanti
tra il bianco e l’avorio
Pulsano di tutto il possibile umano

Ilaria Grasso nasce a Foggia nel 1979. Vive a Roma ed è impiegata presso un fondo che finanzia formazione. É attivista transfemminista e tessera onoraria Arcilesbica Roma. Cura la rubrica Pillole di Poesia per il sito della rivista e casa editrice Carteggi Letterari. Collabora con il LITblog Poetarum Silva dove recensisce prosa e poesia. Ha pubblicato la raccolta Le mie verdi miniere di sale (Arduino Sacco Editore 2016). É pubblicata in diverse antologie: Il vento nella poesia (Carta e Penna 2016), Verrà il mattino e avrà un tuo verso (Aletti Editore 2017). Alcune sue poesie sono presenti nella collana Navigare (Casa Editrice Pagine 2017), nell’antologia Laboratorio di Via Baccina a cura di Daniela Attanasio (Casa Editrice Empiria 2017) e nell’agenda poetica Il segreto delle fragole 2018 (Lietocolle 2018). Altri suoi lavori sono apparsi su Zest Letteratura Sostenibile e MagO. Attualmente sta lavorando ad una nuova raccolta dalla quale sono tratti i versi qui proposti.

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