Mary ricordi questa carne che ora dorme nell’arte del sonno
nel sogno che si fa quasi corpo
che – nel sogno ti vorrei! – in ascesi da narcosi
il tuo corpo com’è stanco
nella metempsicosi delle percezioni
ricordi i raccordi fra la vita e il sogno
nel mare quel giorno a Trieste
nuvole rosse dal molo Audace in fondo
sanguinano squarci nel cielo ferito
come dentro il mare quasi corpo
come quasi sirena su scoglio quasi un canto sciolto
sul mare che ora ti incanta Mary canta!
Dal mare un canto amaro amaricante il mare canta
Maria canta, Mary canta come l’onda infranta
e brucia le navi tue nemiche come Nausicaa
Tu Mary canta stanca il mare per non annegare
canta sulle onde dai fianchi larghi
per non affondare.

 

 

***

 

 

Il canto – questo canto – t’ha portata nell’incanto
Mary tu che ora sei aria serena di soffio
smolecolata ora vola leggera giocando
fra le forme fingendo tutte le figure
che la vita mette in scena.

Tu hai visto quanto mare avevi addosso
quanto sale nelle ossa che ora hai rimosso
ora senti scorrere via i tuoi sensi
tu hai visto come sanno sapienti
cadere leggere le foglie in autunno
e nella vita le cose fragili.

Io da adesso ti aiuto come posso
tu che mi ascolti e ormai non mi senti
scorri l’indice sul libro della tua vita
e vedi quanto hai preso e quanto hai dato
a questa vita che qualcuno ti ha regalato.

Tu che hai visto la carne ferita dal dolore
e quanto
possa
sprofondare
un uomo nell’orrore
ora vedi nel vento che ora sei cosa
fra le cose leggere che noi non conosciamo
e che siamo.

 

 

Eduardo Piccoli nasce a Udine nel 1990. Ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie A occhi aperti nel 2015 per Campanotto Editore. Fa parte (assieme a Carlo Selan, Antonio Galetta, Stefano Marangoni e Enrico Giacomini tra gli altri) del collettivo poetico Let Us Compare Mythologies.

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