[Mala kruna, libro introvabile in libreria, sarà ripubblicato, insieme ad alcuni inediti, nel volume A un’ora di sonno da qui, Italic Pequod 2018, collana La Punta della Lingua. A un’ora di sonno da qui verrà presentato martedì 3 luglio al Poesia Festival La Punta della Lingua, di cui Poesia del nostro tempo è media partner.]

all’orizzonte un mare diverso
fermava il sangue sotto le unghie;
madre nera nell’isola
ti venne a fianco e ti disse del vento,
un cattivo tempo che non faceva
partire le barche;
poi fissò un punto sul muro
lungo la strada iniziava una festa

mala kruna, disse
piccola corona di spine.

Questa poesia è il punto di partenza. Si tratta di un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, nel vissuto di Franca Mancinelli, la poetessa. Un viaggio attraverso i suoi affetti, legami e sentimenti. Particolarmente legata al mare, la “piccola corona di spine” ripercorre tutte le tappe della sua vita. Tra amore, morte, perdizione, la vita stessa si ripiega su se stessa per perdersi nel buio. La raccolta si concentra sul tema della specie, dell’origine, dell’essenza animale che abita e possiede l’uomo, lo istiga al traviamento, al lasciarsi sfuggire una vita che, sospinta dal vento, sembra scivolare tra le dita per mai più ritornare. Riferimenti molteplici al mare riflettono il pensiero della poetessa, che ritrova molti aspetti della sua vita nell’oscurità e nel mistero che le profondità degli abissi marini nascondono. Lo stesso mare che un attimo prima appare cristallino, puro e semplice e poi, immediatamente, con la potenza inaudita della corrente, trascina tutto nel buio.
“L’amore “in petali sul pavimento” ormai sembra perduto, ma le parole della poetessa sono criptiche, simulano perfettamente un perenne trattenere il fiato, dato dai frequenti enjambement.

Certezza

lui ancora veglia ogni vena sul viso
cauto che il pianto di smorfia o febbre
tacesse incustodito
nell’abbraccio che è il vestito
macchiato di ogni giorno.

Franca Mancinelli organizza la sua raccolta in quattro sezioni, che, in chiave poetica, si potrebbero interpretare come quattro momenti chiave nella vita della poetessa o quattro stati ricorrenti che l’hanno caratterizzata, che tuttavia non sono distinti e separati, ma si riprendono continuamente l’un l’altro, stabilendo un legame e una soluzione di continuità per quello che è il filone unico che si traduce in un breve romanzo sulla vita, o meglio, sui sentimenti e i pensieri che l’hanno caratterizzata.
Ma perchè definirsi “mala kruna”? Forse un riferimento a sé, da parte della Mancinelli, come di una creatura piccola che, seppur preziosa, tuttavia, punge, fa del male a se stessa e agli altri. La poetessa si definisce spesso “sbriciolata”, annichilita dalla pesantezza di un ipotetico senso di colpa.
La citazione di Dante Alighieri che apre la raccolta induce il lettore a pensare che a “Mala Kruna” non spetti nulla, né dolcezza, né pietà, neanche amore. Ma forse perchè l’autrice percepisce la sua vita come ragnatela di inganni, dolore, indefinizione, come “gocce cupe prima di un temporale”.

scandite al buio le parole sono un cerchio
fino all’argento, al filo che taglia

vieni negli anni muti, mani premute
sulle labbra, il corpo perso.
Sempre una favola da raccontare
il mare quieto batte nelle tempie
e m’addormenta.

Franca Mancinelli (Fano, 1981), è autrice di due libri di poesie, Mala kruna (Manni, 2007) e Pasta madre (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno, 2013), uscito in anticipazione in Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012). Una sua silloge è compresa, con introduzione di Antonella Anedda, nel XIII Quaderno italiano di poesia contemporanea, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2017). Le sue brevi prose sono raccolte in Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018). A un’ora di sonno da qui (Italic Pequod, 2018) raccoglie Mala kruna e Pasta madre, insieme ad alcuni inediti.

Alice Tomaselli

La foto di copertina è di Claudio Mammucari</em

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