” il surrealismo è affare di poeti che non
possono trarre profitto dal surrealismo“.
Jack Spicer” Vengono registrate mini erezioni
già nel grembo materno sin dalla
sedicesima settimana di gravidanza.”
PianetaMamma.it
DENEVUE
[..] Il filosofo Ruwen Ogien difendeva la libertà di offendere in quanto indispensabile alla creazione artistica. Allo stesso modo difendiamo la libertà di importunare, indispensabile alla libertà sessuale. Siamo oggi sufficientemente avvertite per ammettere che la pulsione sessuale è per natura offensiva e selvaggia, ma siamo anche sufficientemente perspicaci per non confondere un rimorchio imbarazzante con un’aggressione sessuale. Soprattutto siamo coscienti che la persona umana non è un monolite: una donna può, nella stessa giornata, dirigere un’équipe professionale e gioire di essere l’oggetto sessuale di un uomo senza essere né una “troia” né una vile complice del patriarcato. Ognuna di noi può fare attenzione al fatto che il suo stipendio sia uguale a quello di un uomo, ma non sentirsi traumatizzata per uno “struscio” nella metro, anche se questo è considerato come un reato. Può anche immaginare un comportamento del genere come l’espressione di una grande miseria sessuale, o comunque come un non-avvenimento.
In quanto donne, noi non ci riconosciamo in questo femminismo che, al di là delle denunce degli abusi di potere, prende il viso di un odio degli uomini e della sessualità. Pensiamo che la libertà di dire no a una proposta sessuale non esista senza la libertà di importunare. E consideriamo che bisogna rispondere a questa libertà di importunare in altro modo che trincerandosi dietro il ruolo della preda. Quelle tra noi che hanno deciso di avere dei bambini, credono che sia più giudizioso educare le nostre figlie in modo che siano sufficientemente informate e coscienti per poter vivere pienamente la loro vita senza lasciarsi intimidire né colpevolizzare. Gli incidenti che possono toccare il corpo di una donna non inficiano necessariamente la sua dignità e non devono, per quanto siano duri, necessariamente fare di lei una vittima perpetua. Perché non siamo riducibili al nostro corpo. La nostra libertà interiore è inviolabile. E questa libertà che noi abbiamo cara non esiste né senza rischi né senza responsabilità.
Brano tratto da Manifesto per la libertà di importunare, Le Monde, Tribune, 08/10/2018.
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JOYCE MANSOUR
da Cris | Grida (1953)
Le cieche macchinazioni delle tue mani
Sui miei seni frementi
I lenti movimenti della tua lingua paralizzata
Nelle mie orecchie patetiche
Tutta la mia bellezza immersa nei tuoi occhi senza pupille
La morte nel tuo ventre che mangia il mio cervello
Tutto ciò fa di me una strana signorina.
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da Déchirures | Lacerazioni (1955)
Voglio tenermi lontana dalle loro risate
Lontana dai gatti decapitati.
Non voglio più sentire i pianti a dirotto
Né i passi delle anime atrofizzate.
Non voglio più restare da sola in una camera affollata
Non voglio più vedere le membra dilaniate dei miei fratelli
Voglio che mi si parli senza echi, senza manetteRendimi il cervello, rendimi l’angoscia
Rendimi lo spazio!
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Piangi omuncolo
Il tuo battello è in vendita
Tua moglie si è venduta
E il latte fresco della tua vacca
Rosso del sangue dei negri
Fa pisciare odio
Ai tuoi figli.
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La morte è una margherita che dorme
Ai piedi di una madonna in calore
E i mille delicati sentori
Bui come un’ascella, sanguinanti come un cuore
Dormono anch’essi nei corpi delle donne nude
Che si stendono nei campi o che cercano per strada
La fragola acerba dell’amore.
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da Le Grand jamais | Il grande mai (1981)
Datemi un pezzo di carbone
Ne farò un cieco
Datemi un cranio sparso sul parquet
Ne farò una fiaccola per scendere
Nella fossa delle passioni durature
Datemi un castello mammario
Per tuffarmi ridendo al suicidio
Nella reticella verde di una notte di ottobre
Datemi un granello di polvere
Ne farò una montagna di odio
Vacillante e grave come un arcano
Per seppellirvi
Datemi una lingua di lana grossa
Insegnerò ai signori
Come spaccare i loro dèi di gesso
I loro peni sdentati
Ai piedi del grande corvo bianco
Perché? Percrà?
Alla frontiera del sonno
Enormi alberi fantomatici
Lasciano ondeggiare la loro chioma
Nel deserto di notte
Le angosce vecchie solfe
Come sentinelle
Sparano senza preavviso
Piantine d’aghi sul cervello dal fondo di vetro
Io voglio voglio voglio
Liberare il tuo braccio destro
Far scricchiolare le giunture delle montagne sottomarine
[..]
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Le poesie qui riportate sono tratte da “Il sesso senza fine va a letto con la lingua ortodossa“, Diaforia, 2017. Poesie di Joyce Mansour e Benjamin Péret, traduzione e cura di Carmine Mangone.
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Joyce Mansour (1928-1986)
“France-soir” del 15-16 ottobre 1967: «Cerco sogni da collezionare. Scrivere a Joyce Mansour, 1 avenue du Maréchal-Maunory. Parigi 16°».
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L’immagine di copertina è di Giotto, L’Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro, particolare , 1303-05 c.ca, Cappella degli Scrovegni, Padova.
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Questo intervento è stato scritto da Fabio Orecchini mentre praticava sesso orale alla sua biro. Per alcuni. Per altri stava “solamente” palpeggiando una tastiera.