Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce di venerdì su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi degli aspiranti poeti del Laboratorio online e scelta la poesia della settimana.

Le poesie di Michele Grigato sono romantiche nelle intenzioni e crepuscolari nei risultati. Nonostante dichiarazioni di poetica al ribasso (l’inchiostro toglie verità al poeta) e la presentazione di se stesso come di uno scapigliato inconsapevole prima, calvo e orfano di rime poi, si percepisce una fiducia quasi whitmaniana nelle grandi parole e nelle metafore (l’anima mia è una città disabitata / dormiente, ubbidiente o ancora l’anima mia è una cattedrale / affollata, accogliente). Queste due tendenze trovano il miglior connubio nel testo FiatoRadiceSguardoPreghiera: delle sei quartine che lo compongono le prime cinque presentano la struttura Vorrei X anziché Y, dove X sono immagini che ruotano intorno a uno stesso campo metaforico e Y un’ardita antitesi (es.: Vorrei essere ramo fiorito / o radice sommersa in terre fertili / o lande selvagge, sconosciute / anziché sguardo nullo).

Nelle poesie di Matteo F. Ponti sono presenti figure femminili (Eva, Marnie, la signora della musica) fantastiche, complesse e misteriose; muse, allegorie e personaggi veri e propri. I versi sono quasi sempre chiari e semplici anche quando la logica che ne governa l’immaginario è esplicitamente onirico (Cammino su un suolo fermo, / fatto di sabbie mobili, / senza consistenza alcuna) e paradossale (Per tre volte ho capito che non esisto. / Quando non esisto posso viaggiare / nello spazio / nel tempo / più veloce di qualsiasi aspirazione umana); in parallelo metafore come “biblioteca dei miei sogni” o “prato della mia memoria” perdono in versatilità quello che guadagnano in nitore.

La poesia della settimana è un idillio estivo di Quirico Malatesta. Sole, vento, mare, flora e fauna relegano sullo sfondo un io immobile come la moglie di Lot e privo del tormento montaliano.

Sul
bagnasciuga sabbioso
steso
come la posidonia odorosa,
respiro l’aria intrisa
di salsedine.
È sera,

dopo un pomeriggio
di canicola (al sole
della spiaggia: ho la pelle di sale)
una tiepida brezza
che sembra un ricordo di frescura
mi accarezza leggera.

La luce dell’erotico tramonto
si posa sul dorso della falesia
ne ritaglia l’eroico profilo
nell’orizzonte immenso. Si staglia
elegante la sagoma di un’agave.

Il mare cobalto ritma con le onde
il canto dei gabbiani,
s’ammutolano le cicale stanche
dopo ore e ore di concerto.

La giornata è finita
ed ora è il crepuscolo.

Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato tre libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse (Omp, 2008), Parole incrociate (Tracce, 2008) e Ostello della gioventù bruciata (Miraggi, 2015). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità di aderire sia al “canone”, alla tradizione, che frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performance al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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