Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce di venerdì su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi degli aspiranti poeti del Laboratorio online e scelta la poesia della settimana.

Nelle poesie di Iole Chessa Olivares ci sono abbandono e naufragio da una parte, casa e centro dall’altra; oppure smorfia e malanni prima, rinascita e infinite luci poi. Al tempo si oppone l’eterno (non più margine in ombra / o piccola storia di un istante / ma punto vivo sull’eterno); queste dicotomie richiamano schemi da poesia religiosa, senza però che di Dio venga mai fatto il nome. Resta vicino / ciò che va lontano. / Così migrando / s’inchioda al cuore / la pavoncella / là dove s’incrociano il vivere / e il suo lungo dolersi: forse si omaggia la pavoncella montaliana del terzo movimento di Mediterraneo.

Adriano Cataldo scrive testi di polemica civile, colate di informazioni che non vengono particolarmente articolate tra di loro ma per lo più accostate. Mike Hughes, Veltroni, Salvini, Minniti, Giulio Regeni sono alcuni dei nomi citati. Mercati finanziari, sistema carcerario, PD, Casa Pound vengono frullati assieme in un allegro caos. Abbondano anche le parodie: Foscolo (Tu che sei un costo / Per il contribuente / E a me sì cara vieni… oppure All’ombra della costituzione / Dentro l’urne confrontate da pianti / È forse il “sono” men duro?) e Montale (Spesso / Il male dividere / Ho incontrato. / Era la cancellata che risorge / Il paracarro di stelle vestito).

Come poesia della settimana scelgo una delle tre inviate da Arianna Ferri, perché lodevole è la sua capacità di scatenare da accenni di vita quotidiana grandi riserve di universalità. La parola casa, per esempio, trascende il dato biografico; così i riferimenti al suicidio o al rapporto con la madre. C’è del Carver liofilizzato, ovvero con una narrazione sincopata; le bestie (Le bestie non sanno cosa è ieri o domani. / Sanno cosa è oggi e io so cos’è: / un giorno privo, fermo) hanno forse una filiazione con gli animali dell’Ottava Elegia duinese. Intensità, profondità, dono per le formule (toccarsi è contaminazione / contaminazione è miracolo).

Quando la cena che hai cucinato
finisce nel secchio -la casa vuota-

È meglio che mangiare da soli,
hai ragione.

Ha preso la moto, gliel’ho detto io.
È uscito per due ore ed è tornato.
Erano giorni che era chiuso in garage,
ha cambiato ogni pezzo
e era per lui.

Un uomo si è tolto la vita,
mentre la moglie lo aspettava per cena
poi giù sul litorale a ballare la salsa.

Me lo ha raccontato mio padre.

Mia madre scrostava le pentole del pranzo
e noi lì in poltrona
con le braccia sopra alla testa,

due soldati che pregano una pallottola
dritta tra gli occhi.

Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato tre libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse (Omp, 2008), Parole incrociate (Tracce, 2008) e Ostello della gioventù bruciata (Miraggi, 2015). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità sia di aderire al “canone”, alla tradizione, che di frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performances al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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