Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce l’ultimo venerdì del mese su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi degli aspiranti poeti del Laboratorio online e scelta la poesia della settimana.

L’11 marzo 2011 a Milano una cara ragazza (ho detto cara, volevo dire di rara antipatia) mi rivelò che le rime baciate no, le rime baciate sono troppo Ottocento, le rime baciate al massimo per i biglietti di auguri (e i Papiri padovani, aggiungo io). G. Domenico Caturano è poeta di rime baciate (“Col suo fascino solare / ama molto fantasticare / stupisce la sua innata dolcezza / ma non la disprezza”) e sono certo che la ragazza di cui sopra disapproverebbe i suoi versi. L’aggettivazione è un po’ meccanica (i colori sono vivaci, i profumi sono freschi, i prati sono verdi) e quello che viene detto raramente prende spessore. Ma il poeta tratta le lodi di una donna, il dramma di un bambino inerme e l’utopia del sogno (“la terra era piena di luce / tutti vivevano in armonia”) con piglio onesto e schietto. Una maggiore cura dei dettagli e scelte lessicali più pregnanti potrebbero solo migliorare l’insieme.

A Piercalogero Filì va ascritta un’attenzione alle allitterazioni (“fulgida di rime di fuoco e di finzione”) e un’innegabile originalità metaforica (“il mare d’uranio”, “i tubi / del tuo nervosismo”, “Prima che i pensieri / vengano imbrigliati / dalle cinture di forza” o “cortocircuito / del mio cuore elettrico”) che indica la direzione di un immaginario cyberpunk. L’amore è spento, negato, ucciso, alla deriva; richiede un tributo di sangue ed è apparentato a una scarica diarroica: San Valentino martire prega per noi. L’endecasillabo “La libertà è la dote dei vigliacchi” rievoca pagine orwelliane, a riprova che l’amore deluso è profondamente reazionario. La chiusa “Hai ucciso il mio amore / ma non è grave” è secca e fa rimpiangere la verve di Tout ça c’est pas grave di Henri Salvador.

Come poesia della settimana, pardon, del mese scelgo una delle tre inviate da Devis Bergantin. In questa e nelle altre due ci sono cose che resistono alla lettura reiterata, che richiedono e ottengono il ritorno. Lì la descrizione di ombre cinesi, semplice e magica al contempo e tratti di puro esistenzialismo (lo svaporare dell’io davanti all’uscio, la definzione del presente come “circolo d’ansia”), qui l’incipit, eco di Foscolo, il dolore affidato a sensazioni (il suono languente di un’ambulanza come la bianchezza dell’ospedale), gli enjambement efficaci (sprofondamento / lieve).

Mi è cara la calma notturna
che viene nell’area industriale
dove s’incastra il mio studio.
Le voci
estreme s’abbassano:
sono delle ambulanze
(e per brevi lassi ancora le sento lottare
dopo lo spegnimento),
sono quelle dei cani pure infastiditi
dalla rara presenza
dei passanti che solitamente si dileguano
nella lucentezza dell’ospedale vicino
(è lacerazione il suo bianco).

Sfreccia qualche automobile:
ecco, nella penombra ostinata
posso chiudere gli occhi
con il sentimento
del non scorto viaggio altrui,
della vita buia
prima della sua compiutezza.

Si tratta di uno sprofondamento
lieve: vado.
È l’ascensione povera al piano superiore.
Da fuori una fioca luce arancione
illumina le ante degli armadi
e vi proietta larghi pezzi d’alberata e tende:
tu non dannarti
se simpatizzo con tutta questa materia
che scura e sfocata
focalizza il paradiso, il più spoglio.

Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato tre libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse, Parole incrociate (Tracce, 2008) e Ostello della gioventù bruciata (Miraggi, 2015). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità sia di aderire al “canone”, alla tradizione, che di frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performances al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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