Dalla prefazione di Caterina Serra

Sembra dirci che il rimedio al pesare, alla secchezza, all’aridità, quella umana, è un attaccamento alla terra, è un voler somigliarle. Niente soffitti e pavimenti, ma cielo e terra, anche basso anche pesante, anche pietra, solo pietra, purché sia il fuori, non il dentro. Come se nella traccia e nel solco si potesse trovare qualcosa di vivo, un tremore di germoglio, una qualche turgida prova di un piacere di vivere. Mentre manca il respiro, ogni forma di muro. Viene in mente Marina Cvetaeva: Come vivere con un’anima in una casa? Nel bosco, forse sì.

da La sposa secca del muretto (Kurumuny 2018)

Cadono corpi
la terra si sdegna.

Disserra il portone!

La notte non dorme
la notte si leva.

Disserra il portone!

Cadono corpi
quieta, la terra ricetta.

O puramente il mare rigetta.

Disserra il portone!

*

Raccontare di quante lune è fatta l’ora
di come nasce il giorno e si consuma
di dove viene il canto dell’attesa
se l’attesa canta
se dice di qualcosa
o di qualcuno mentre va
o pensa di tornare.

Dire che oggi piove
la terra si distende
le pietre si lavano la faccia
tornano bambine con la veste sporca
di giochi e giro in tondo tondo.

*

Negli angoli bui
cercano l’ombra oltre il muretto.

S’acquattano a sera pronti
a prender le ali leggeri di marcio.

A volte crollano intere dimore
giù dal mezzo che arranca e fatica.

Operosi e furtivi fanno tenebra ai raggi del sole.
Allargano le braccia e incatenano il mare.

Daniela Liviello è nata a Taviano, nel Salento leccese. Per Piero Manni edizioni ha pubblicato le raccolte E madonne sorridenti (2008) e  Sul rovescio delle foglie (2010). Nell’agosto del 2012 ha pubblicato Litanie dell’Acqua per LietoColle. Tra le poetesse dell’ antologia Parole Sante edita da Kurumuny, sempre con questa casa editrice ha pubblicato La sposa secca del muretto (2018).

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