SCAFFALE POESIA: EDITORI A CONFRONTO
III PUNTATA

PUNTOACAPO EDITRICE

 

Il 2018 è un anno molto significativo per la puntoacapo: ricorre, infatti, il decennale della sua fondazione. Può raccontarci in breve la storia della casa editrice, dalle origini a oggi?

Puntoacapo nasce nel 2008, con idee del tutto nuove ma basandosi su un gruppo di lavoro già rodato in altre esperienze e disponibile a lavorare proprio come gruppo e con forte progettualità, con entusiasmo e competenza. Le nuove idee, ambiziose e impossibili da realizzare nel vecchio contesto per motivi su cui sorvolo, hanno quindi potuto svilupparsi da subito in puntoacapo, un progetto che non partiva da zero, non prevedeva lavori di esordienti e puntava a configurarsi come casa editrice “di arrivo”, nel contesto del crescente disimpegno della grande editoria. Negli anni, in un catalogo di 450 titoli di cui più della metà di poesia, possiamo comunque vantare una manciata di poeti esordienti, tutti di qualità, nella sezione Collezione Letteraria che è nata nel 2011 come parte integrante di puntoacapo ma con una sua indipendenza. All’inizio ci siamo concentrati sulla poesia, ma pian piano abbiamo ampliato il Catalogo, che adesso include anche narrativa, aforistica, prosa breve, saggistica, fiabe.

 

Nel vostro catalogo sono presenti diverse Collane, con proprie specificità. In genere, nella scelta delle pubblicazioni, quali criteri seguite? C’è uno stile che prediligete più di altri? È possibile definire la linea editoriale che caratterizza la puntoacapo in ambito poetico?

Ciascuna delle Collane, tutte affidate a uno o più Direttori, ha una fisionomia ben distinta. Alcune sono progetti unici o comunque rarissimi nel panorama nazionale: Format raccoglie le poesie complete o selezionate di poeti noti; AltreLingue è una collana di poesia dialettale con testo a fronte, quindi che ripristina la piena dignità della due lingue; Persona è una innovativa collana di test teatrali; Candide è una collana bifronte, cioè di aforistica e prosa breve. Limitandoci alla poesia, posso dire che le Collane sono costruite sull’unico criterio della qualità, anche se, per esempio, abbiamo ospitato pochissimi lavori di tipo sperimentale, e anche quelli a ragion veduta. Spulciando il catalogo, si vede come, attraverso la scelta dei titoli, stiamo cercando di contrastare il minimalismo autobiografo, la poesia autoreferenziale di chi parla di sé, a favore di un’idea alta di poesia, come strenua investigazione del mondo.

 

Quali sono i titoli (e le/gli autrici/autori) più venduti in assoluto? E quelli a cui Lei si sente più legato?

Per le vendite, devo dire che, stante la rigida selezione, i titoli pubblicati (forse il 2% delle proposte) hanno numeri abbastanza simili, e molto vicini a quelli delle collane storiche della grande editoria (pur non avendo noi una distribuzione in libreria paragonabile). Attualmente, per la poesia, stanno vendendo bene i libri di Ivan Fedeli, Fabrizio Bregoli e Maria Luisa Vezzali, ma devo dire che non abbiamo titoli “fermi”, e anzi abbiamo numerosi longseller di poesia – fenomeno molto raro – proprio perché facciamo anche il possibile per stimolare gli Autori e dare visibilità a tutti i titoli; per dire, il nostro sito, quello dell’almanacco Punto e la pagina facebook – curata direttamente dall’Editore Cristina Daglio – sono sempre aggiornatissimi e seguitissimi. Ben diverso è comunque il caso della narrativa, un settore che abbiamo iniziato a esplorare recentemente e che ci sta dando, anche dal punto di vista delle vendite, grandi soddisfazioni.
Per i titoli a cui sono più legato, non faccio nomi per motivi evidenti; però i volumi di Format, così complessi e impegnativi, sono un progetto affascinante e un fiore all’occhiello, che svolge una funzione molto importante per i nomi che presenta. Lo stessa dicasi per un progetto quasi folle, Il Fiore della poesia italiana, che raccoglie nel primo tomo circa 90 poesie dal Trecento al primo Novecento (a cura di Vincenzo Guarracino) e nel secondo tomo (a cura mia e di Emanuele Spano) circa 200 poesie – ciascuna con commento e apparato bio-bibliografico in coda. Un lavoro massacrante di tre anni, che però ormai da tre anni dà grandi soddisfazioni.

 

Secondo la Sua esperienza, è davvero possibile affermare che in Italia la poesia non susciti interesse, venda poco e sia in crisi, come spesso si legge e si sente dire?

Che la poesia venda poco è un fatto, nonostante i proclami trionfalistici e tante belle parole sulla centralità della poesia, la sua importanza eccetera. Una nostra antologia di imminente uscita – Dove va la poesia?, con contributi di molti grandi poeti e critici – cerca di far luce sul presente e sul futuro del genere, tenendo conto del disinteresse della grossa editoria, della scuola e della virtuale sparizione della critica “vera” (mi siano consentite le virgolette, per evitare complessi ragionamenti che faccio in altra sede, tra cui appunto l’antologia in questione). La poesia però ha sempre venduto poco o niente – e gli autori più venduti spesso non sono per nulla i migliori – il che non le ha impedito di essere il perno della cultura italiana per sei secoli. Il fatto che oggi la poesia sia sparita dagli scaffali non ha nulla a che fare col valore dei migliori poeti che scrivono oggi.

 

La puntoacapo Editrice è molto attiva anche nell’organizzazione di eventi letterari, come ad esempio la Biennale di poesia di Alessandria e il puntoacapo Day: a Suo parere le letture poetiche pubbliche sono importanti e sì, perché?

Il contesto è appunto quello di cui sopra: la poesia, più che di un contatto con un pubblico effimero, vive da sempre del contratto tra gli autori (e aggiungerei i critici volenterosi). Cento presentazioni dirette all’anno sono la nostra media, documentata dal sito. Un impegno e un costo, ma anche una grande soddisfazione. Ma i poeti devono incontrarsi, ascoltarsi, collaborare: di qui l’organizzazione – faticosa e complessa, ma sempre molto appagante – di svariati eventi collettivi. Il più impegnativo è senza dubbio il puntoacapo Day, che è sempre cresciuto come partecipazione e qualità: quest’anno siamo alla decima edizione (appunto in dieci anni di attività), che terremo il 6-7 ottobre al Borgo di Castellania, il paese di Coppi, sulle colline tra Novi e Tortona (AL). Sarà una due giorni di poesia, prosa, critica, riflessioni e amicizia, con la possibilità di pranzare e soggiornare nella splendida struttura. Pur essendo un appuntamento riservato ai nostri autori, se consideriamo il loro valore e quello degli ospiti, ogni puntoacapo day è un vero festival letterario. Questa decima edizione, poi, sarà una due giorni abbinata alla Biennale di poesia di Alessandria (6 ottobre), che dirigo, la quale offrirà anche tanti grandi nomi della poesia e della critica, permettendoci di dedicare il secondo giorno grande spazio alla prosa e a tutti gli altri generi.

 

Da diversi anni all’editoria tradizionale si sono andate affiancando, affermandosi sempre più, nuove tendenze che vedono internet (dai blog/siti specializzati ai vari social) come dinamico luogo di scritture: per quanto riguarda la poesia, la Rete può aiutare o al contrario ostacolare la diffusione dei libri di poesia?

La rete è uno strumento, il che significa che tutto dipende da come viene utilizzato; vero, sta dando visibilità a tanta buona poesia e funge da strumento di collegamento e di discussione, il che è positivo. Però non so quanto ciò migliori (più che aumentare) la percezione della poesia, o quanto ampli il “pubblico possibile”. Quello che, poi, dovrebbe (e non lo fa, in genere) acquistare e leggere il libro… Però la rete sta anche dando sfogo a tanta pseudo-poesia, a tanti poeti velleitari (quelli che non leggerebbero mai poesia ma che vogliono essere letti!). Ma come distinguere quindi un sito valido da uno inutile o dannoso (la moneta cattiva scaccia sempre quella buona)? Come fare in modo che il potenziale interessato o il giovane e bravo poeta non incappi in siti di sottobosco e si faccia un’idea del tutto falsa della poesia? E qui che critica e scuola dovrebbero dire la loro. Nel nostro piccolo, dopo sette anni di cartaceo abbiamo evoluto il nostro Almanacco Punto nel sito www.almanaccopunto.com, che presenta – con molta attenzione e quasi col contagocce – analisi, recensioni e inediti di grande qualità.

 

Che consigli darebbe a un/a autore/autrice che volesse pubblicare un proprio libro di poesia?

Il mio consiglio è da anni lo stesso: pubblicare con parsimonia e solo con case editrici di qualità, cercando di capire bene in che catalogo si sarà collocati. Altrimenti c’è il web (non serve nemmeno più pubblicare opere autoprodotte, stampate in tipografia ecc.). Ma il vero punto è: pubblicare solo quando si è ragionevolmente certi di avere gli strumenti, quando si è letto e meditato a lungo e profondamente. Allora il libro di esordio potrà dire se davvero c’è la stoffa per essere considerati almeno nel novero di cento, o duecento, poeti che hanno qualcosa da dire. Non sono pochi, ma sono tutti tremendamente bravi. Per fortuna.

 

Mauro Ferrari (Novi Ligure 1959) è direttore editoriale di Puntoacapo Editrice. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Forme (Genesi, Torino 1989); Al fondo delle cose (Novi 1996); Nel crescere del tempo (con l’artista valdostano Marco Jaccond, I quaderni del circolo degli artisti, Faenza 2003); Il bene della vista (Novi 2006, che raccoglie anche la precedente plaquette); Il libro del male e del bene, antologia ragionata della propria produzione (puntoacapo 2016); Vedere al buio (puntoacapo 2017). Ha inoltre pubblicato una serie di saggi di poetica, Poesia come gesto. Appunti di poetica, Novi 1999); i saggi sono ora raccolti in Civiltà della poesia (puntoacapo, Novi 2008). È incluso nella monografia sulla poesia italiana contemporanea (n. 110) della rivista francese Po&sie ed è inserito nell’Atlante dei Poeti di Ossigeno nascente (http://www.griseldaonline.it/atlante-poeti/). Ha fondato e diretto fino al 2007 la rivista letteraria La clessidra, ed è stato redattore delle riviste margoL’altra Europa (Costantino Marco editore). Ha collaborato all’Annuario di poesia Castelvecchi  e a Sotto la superficie. Letture di poeti italiani contemporanei (Bocca, Milano 2004). Ha curato con Alberto Cappi L’occhio e il cuore. Poeti degli anni 90 (Sometti, Mantova 2000). Nel settore dell’anglistica si è interessato di Conrad, Tomlinson, Hughes, Bunting, Hulse, Paulin e altri poeti contemporanei. Suoi testi e interventi sono apparsi sulle maggiori riviste letterarie. Attualmente dirige l’Almanacco Punto della Poesia Italiana, edito da puntoacapo. È membro della Giuria del Premio letterario “Guido Gozzano” di Terzo (AL) e del Premio Lago Gerundo, ed è direttore culturale della Biennale di Poesia di Alessandria. 

 

La rubrica “Scaffale poesia: editori a confronto” è a cura di  Silvia Rosa

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