SCAFFALE POESIA: EDITORI A CONFRONTO
XVIII PUNTATA

MARCO SAYA EDIZIONI

 

Può riassumerci in breve la storia della Marco Saya Edizioni? Quali sono, a Suo giudizio, le peculiarità che la caratterizzano?

La Marco Saya Edizioni nasce ufficialmente a gennaio 2012. L’intento è quello di affiancarsi ad altre case editrici già operanti nel settore con l’obiettivo di ampliare l’offerta di scritture contemporanee. Sottolineo questo aspetto perché spesso ci si ritrova in cataloghi/collane dove gli autori/autrici sono sempre gli stessi quasi a indicare una fissità o staticità della poesia “contemporanea” quando invece, a mio a avviso, e specialmente in questi ultimi anni sono numerose le sorprese di “astri nascenti”. Penso che il sogno, la speranza di un editore serio sia quello di avere nel proprio catalogo il “futuro Montale” e dunque la ricerca di voci che sappiano anticipare il proprio tempo presente e non dei cantori di un passato spesso copia-incollato. Interpretare, decodificare gli stimoli del nuovo millennio è sicuramente uno dei must a cui la casa editrice fa riferimento nelle letture delle opere pervenute.

Nella scelta delle pubblicazioni poetiche quali sono i criteri seguiti? Può definire la Vostra linea editoriale? Che cosa La spinge a scegliere un’opera piuttosto che un’altra?

Riprendendo ciò che ho scritto prima, dare voce a chi, a nostro avviso, merita di essere selezionato e pubblicato secondo alcuni parametri in parte soggettivi, legati a un proprio gusto, in parte legati all’individuazione di un’univocità e ricerca della scrittura poetica che, anche se buona o eccellente, non sia omologata come tantissima poesia del ‘900. Sicuramente tematiche legate all’attualità del nostro presente, l’impegno “sociale” e non la vita dei bianchi gabbiani, sono un plus per essere letti e valutati anche dai collaboratori della casa editrice. Come delineato in precedenza l’attinenza o presa di coscienza critica con il tempo presente, l’urbanità amara del proprio raccontarsi che è poi il racconto di tutti noi, una sperimentazione del proprio linguaggio mai avulso dalla concretezza della realtà, l’ironia, sono tra le peculiarità degli autori pubblicati dalla casa editrice. Non vorrei che queste guideline fossero, però, viste come un editto bulgaro. Quando ho deciso di intraprendere questa attività editoriale ho pensato a una linea editoriale che, e sarà il tempo a deciderlo, avesse una propria coerenza di scelta all’origine. La casa editrice deve indicare, giusto o sbagliato che sia, un percorso preciso al lettore il quale nel tempo a venire, quando prenderà in mano un libro del catalogo saprà di “che morte deve perire”. Non si possono mischiare, come spesso accade nei cataloghi proposti dalle varie case editrici, gli “amori della peppa” che non interessano a nessuno anche se in “bello stile” con i voli pindarici di gabbiani sempre più neri e sempre meno bianchi con la poesia “pacifista” tanto per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, una politica, questa, demenziale, come andare all’Esselunga con il carrello della spesa e prendere ciò che capita, quasi a caso. Vorrei concludere sottolineando come sia importante per una piccola casa editrice che si affacci, oggi, sul mercato, la proposizione del proprio catalogo. Quando si parla di poesia contemporanea mi riferisco sia a una scrittura/percorso di ricerca sia ad un linguaggio che rispecchi e si compenetri con il nostro tempo/presente. È vero che la poesia è un mercato di nicchia ma è anche vero che lettura di “nicchia” è spesso la solita lettura dei soliti lettori che si scambiano le figurine/libro tra i soliti autori. Si tratta, appunto, di ribaltare questa visione con nuovi stimoli di lettura che siano fuori dai cori e non intonati con essi. È evidente che sarà, poi, il tempo a decretare se la scelta degli autori sarà stata efficace per far cambiare un giudizio spesso aprioristico e omologato sul presente della poesia contemporanea in Italia.

Quali sono stati a Suo dire i cambiamenti che hanno interessato il mondo dell’editoria poetica del nuovo millennio? Può enunciare punti di forza e criticità di una piccola casa editrice che si occupa, oggi, di poesia, come Marco Saya Edizioni?

La distribuzione, si sa, è sempre stato uno dei punti più dolenti. Per un piccolo editore solo e sottolineo solo di poesia la “cosiddetta filiera del libro” è qualcosa di totalmente inutile, dannoso e costoso. Nel mio caso, al contrario, la distribuzione tramite gli “online” è molto più efficace. Come punto di forza di una piccola casa editrice la totale libertà delle scelte editoriali in accordo con alcuni validissimi collaboratori con i quali sono in totale sintonia sulla gestione delle varie collane.

Ritiene che la poesia continui a rispondere ai bisogni dell’Uomo, nonostante le trasformazioni a cui la società è andata incontro? Perché?

Una domanda non facile (sarebbe semplice cadere nella retorica/trappola dell’urgenza della scrittura): si potrebbe rispondere nella misura in cui la parola torni a incontrare davvero i bisogni dell’uomo e non sia solo una necessità spesso egopatica, narcisistica dello scrivente, spesso poco preoccupato dei mutamenti epocali. Nei punti precedenti in parte ho risposto a questo complesso quesito.

Per Lei è corretto affermare che in Italia i libri di poesia non suscitino interesse e vendano poco, come spesso si legge e si sente dire? Quali azioni si potrebbero portare avanti per incrementare l’attenzione del pubblico e incentivarlo a leggere più poesia?

Mi sembra che recentissimi dati di vendita affermino che si siano venduti più libri di poesia anche perché sono quantitativamente aumentate le pubblicazioni. Certo la stampa, i media classici, i giornali non aiutano certo nella diffusione poetica tranne qualche rarissima eccezione. Quando i quotidiani sponsorizzano il solito noto vivente e istituzionalizzato o “i morti eccellenti”, che già un lettore forte conosce, non fanno certo un buon servizio per la conoscenza di tutto un universo in divenire e in maturazione. Ma si sa, spesso la critica si nutre di passato perché il passato è proprio lo strumento di approfondimento dell’addetto ai lavori. Per incentivare poi la lettura del pubblico le presentazioni sono sempre un ottimo canale purché non siano seguite solo dagli amici dell’autore. L’importante è individuare i giusti canali di presentazione con una corretta ed efficace promozione. Spesso purtroppo le librerie, ad esempio, hanno delle mailing list poco utili. Un’altra utile fonte di promozione poetica possono essere le fiere della piccola/media editoria, ma per poter almeno riassorbire i costi di partecipazione bisogna riuscire a vendere centinaia di libri e non è così semplice.

Da diversi anni all’editoria tradizionale si sono andate affiancando, affermandosi sempre più, nuove tendenze che vedono internet (dai blog/siti specializzati ai vari social) come dinamico luogo di scritture: per quanto riguarda la poesia, la Rete può aiutare o al contrario ostacolare la diffusione dei libri di poesia? Ultimamente sta prendendo piede anche il fenomeno denominato “Instagram poetry”: che cosa pensa in merito a questa nuova tendenza?

Se analizziamo i social, ad esempio, da una parte hanno creato più potenziali lettori, dall’altra però meno vendite per un editore. Se un autore quando sta per pubblicare anticipa sui social tutta la sua “nuova” ma già vecchia raccolta fa solo un danno all’editore. Spesso mi sono sentito dire: “Ma perché dovrei comprare questo titolo dal momento che l’intera raccolta l’ho già letta su FB?” Ovviamente utilizzo anche Instagram, personalmente trovo Twitter il social più efficace per la vendita del mio catalogo. Su Twitter ci sono svariati gruppi di lettori forti e con loro mi sono trovato sempre molto bene.

Che consigli darebbe a un/a autore/autrice che volesse pubblicare un proprio libro di poesia?

Il primo e forse il più importante consiglio è quello di selezionare il proprio materiale da inviare alle case editrici. Gli autori pensano che sia tutto indispensabile e che non si possa eliminare neppure una virgola dai loro testi. Non è affatto così! Fatevi consigliare per una scrematura, specialmente quando vengono inviate sillogi “corpose”.

 

Marco Saya è nato a Buenos Aires il 3 aprile 1953. Dal ’63 risiede a Milano. Musicista jazz, scrittore ed editore. Tra le sue pubblicazioni: le raccolte poetiche Situazione Temporanea (Puntoacapo Editrice, 2009) e Murales (Arca Felice, 2011). È presente in diverse antologie tra cui Swing in versi (Lampi di Stampa, 2004) e Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto, 2007). Ha condotto una rubrica musicale sul sito della Rizzoli Speaker’s Corner (2002). È presente su tutti i più importanti siti di scrittura, rubriche e riviste letterarie.

La rubrica “Scaffale poesia: editori a confronto” è a cura di  Silvia Rosa

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