SCAFFALE POESIA: EDITORI A CONFRONTO
XVII PUNTATA

VITA ACTIVA

 

Può raccontarci brevemente la storia di Vita Activa e della sua collana dedicata alla poesia? Quali sono, a suo giudizio, le peculiarità che la caratterizzano?

Vita Activa nasce a fine dicembre 2014 e si caratterizza come editrice particolare: nasce dal desiderio di alcune donne con competenze e tempo a disposizione di mettersi in gioco direttamente nel campo editoriale per produrre libri di qualità, con una attenzione specifica alle scritture delle donne, specie quelle dimenticate o mai pubblicate. Quindi lavoro di archivio e biblioteche, recupero di testi significativi che non hanno avuto circolazione. Accanto a questo filone, da subito c’è lo sguardo rivolto alla contemporaneità, italiana e straniera, di donne e uomini. Abbiamo numerose collane: narrativa, saggistica, memorie, viaggi, libri per bambini e bambine. Da più di un anno anche una collana di poesia, “piccololaboratorio”, che pubblica lavori contemporanei che collegano la poesia ad altre arti oppure propone punti di osservazione obliqui, laterali e specifici sui testi.

Quali sono i punti di forza e le criticità di una piccola casa editrice come Vita Activa che si occupa di poesia, oggi?

I punti di forza sono la grande libertà nelle scelte, il fatto di non essere condizionate dal mercato, dalle consorterie, dai gruppi più o meno marcati di reciproche relazioni di connivenze o di ostilità che si vedono spesso nel panorama della poesia italiana. Non chiedendo alcun contributo per la pubblicazione, neppure l’acquisto dei libri, facciamo delle scelte che ci convincono, ci interessano. Investiamo molto sui libri scelti, con le risorse che abbiamo e con idee. I nostri libri circolano molto: partecipiamo a molte Fiere dei libri, facciamo numerose presentazioni, ecc. Insomma, abbiamo riscontri positivi. Le criticità sono dovute alle scarse risorse di una piccola casa editrice, ma sono anche la faccia non oscura della nostra libertà.

Potrebbe enunciare i criteri di scelta a cui vi attenete per le pubblicazioni di poesia? C’è uno stile che è prediletto più di altri? Si può parlare di una linea editoriale che caratterizza Vita Activa in ambito poetico e se sì, può definirla?

I criteri di scelta, come ho detto, derivano da una nostra convinzione profonda rispetto al testo in esame. Non ci atteniamo a un unico stile ma vogliamo esplorare la contemporaneità nelle sue differenze e proposte. Cerchiamo comunque un colloquio della poesia con ambiti diversi, arti, lingue, dialetti, culture, tecnologia, filosofia, ecc. Ad esempio l’ultimo libro pubblicato è bilingue, italiano e sloveno. Si tratta di un lavoro di un importante autore sloveno di Trieste, Ace Mermolja, che ha scritto un libro di notevole complessità tematica proponendo una poesia che guarda alla contemporaneità con occhio assai critico ed eticamente posizionato: Tweet dell’anima.

Ha qualche aneddoto da raccontarci in merito a qualche titolo del vostro catalogo, a cui Lei è particolarmente legata?

Un aneddoto potrebbe riguardare il volume Storie de Fausta, di Claudio Grisancich. Anche qui un testo in dialetto triestino e la sua traslazione italiana non a cura dell’autore, ma di un suo caro amico, curatore di diverse presentazioni delle sue opere, Walter Chiereghin. Perché ci ha convinto questo testo, oltre alla bellezza del linguaggio e alla maestria di questo autore dialettale tra i più fini della nostra contemporaneità italiana? Il tema sicuramente: una passeggiata in città in cui una donna matura ricorda la sua storia passando per i luoghi che ha attraversato nel tempo, luoghi riconoscibili di Trieste, una sorta di percorso che si può ripetere con il libro in mano. Ma la cosa più sorprendente è la creatività esplodente di questo autore che compie quest’anno ottanta anni, la sua versatilità nella composizione di testi, uno dopo l’altro, che testimoniano un ritorno di giovinezza dell’animo e della scrittura.

Ritiene che la poesia continui a rispondere ai bisogni dell’Uomo, nonostante le trasformazioni a cui la società è andata incontro? Perché?

A mio avviso la poesia risponde a esigenze molto profonde, arcaiche della psiche umana, continue nel tempo, nonostante le trasformazioni della società attuale e futura. E non solo la poesia lirica, ma le diverse modalità di scrittura poetica che nel tempo e anche oggi si propongono. La poesia nasce da una radice orale, indubbiamente, ma il passaggio alla scrittura ha dato radicamento a forme che interrogano in modo diverso questo territorio. Non si tratta solo di conservare nel tempo dei testi che andrebbero perduti, si tratta di un percorso di analisi interiore, a diversi livelli, che fa dialogare parti del sé difficilmente sondabili dalla sola ragione. Questo non vuol dire che lo spazio per l’oralità oggi sia inutile, tutt’altro. La forma orale e performativa può esplorare connessioni e ambiti assai stimolanti, aprendo varchi di significato.

Secondo la sua esperienza, nell’Italia coeva i libri di poesia suscitano interesse o meno? Vendono poco, come spesso si legge e si sente dire, oppure no? Cosa si potrebbe eventualmente fare per incrementare l’attenzione del pubblico e incentivarlo a leggere più poesia?

So che ci sono periodiche lamentazioni sulla vendita scarsa dei libri, sulla incapacità della poesia di incidere sul presente, sulla sua irrilevanza. Sono questioni che hanno un fondamento, naturalmente, e non voglio sottovalutarle. Ma credo che spesso siano agite quando mancano altri argomenti. Non è questa la sede per un discorso complessivo sul ruolo e il peso della poesia nella società contemporanea, richiederebbe analisi e osservazioni della realtà molto approfondite. Posso dire che, dal nostro punto di osservazione marginale di piccola editrice l’interesse è alto, i libri si vendono, circolano, si presentano e suscitano occasioni di incontro.

Da diversi anni all’editoria tradizionale si sono andate affiancando, affermandosi sempre più, nuove tendenze che vedono internet (dai blog/siti specializzati ai vari social) come dinamico luogo di scritture: per quanto riguarda la poesia, la Rete può aiutare o al contrario ostacolare la diffusione dei libri di poesia?

È inevitabile che la poesia circoli in Rete nella contemporaneità, in luoghi diversi, alcuni di notevole valore e fonti di dibattito culturale, altri in luoghi informi, autoespositivi, di scarsa attendibilità e interesse. Qualcuno parla di narcisismi esponenziali, e anche questo ha una sua veridicità. Dipende quindi dalle scelte che si fanno, con chi si vuole colloquiare, a chi si da’ credito. Non credo esista una regola valida per tutte le occasioni. Il fatto poi che la circolazione di tanta poesia in rete ostacoli le vendite dei libri, non mi pare. Sono circuiti diversi se non proprio alternativi.

Poesia femminile: esiste? E se sì, di che cosa si tratta esattamente?

Sulla poesia femminile si è scritto molto e le posizioni sono varie e spesso discordanti tra loro. Non vorrei qui ripercorrere le questioni e le polemiche, anche serrate, che sono nate sul tema. La mia posizione è che bisogna chiarirsi sui termini, sul linguaggio. Se si pensa ai temi, anche storicamente parlando, è indubbio che alcune tematiche legate alla maternità, al corpo, alla quotidianità del lavoro di cura, ai rapporti madre-figlia e viceversa, ai ruoli delle donne nella società, abbiano una caratterizzazione specifica nei testi di donne, stante anche le posizioni sociali e culturali dei cambiamenti recenti e in atto nelle diverse società contemporanee. Alcune ritengono che ci sia anche una radice profonda che riguarda una differenza sostanziale. Io ho delle perplessità a riguardo, anche se esperienze di vita radicalmente diverse nel tempo e oggi, danno indubbiamente sguardi diversi sulla realtà a avviano a un simbolico con caratteristiche peculiari.

Che consigli darebbe a un/a autore/autrice che volesse pubblicare un proprio libro di poesia?

Non è facile dare consigli, forse direi di leggere molto, confrontarsi con autori e autrici italiani e non, scavare profondamente dentro di sé le proprie motivazioni alla scrittura, non accontentarsi delle “belle frasi”, mettersi alla prova chiedendo pareri sulla propria scrittura, accettare le eventuali critiche e ripensare il proprio lavoro. E poi provare a presentare i propri testi a qualche rivista o blog, a qualche editore.

 

Gabriella Musetti vive a Trieste. Da vent’anni organizza “Residenze Estive a Duino”, Incontri residenziali di poesia e scrittura. Fa parte della Società Italiana delle Letterate. Ha fondato la casa editrice Vita Activa (www.vitaactivaeditoria.it). Collabora a riviste letterarie. È presente in antologie critiche. Ha scritto libri per la scuola e saggistici tra cui: Guida sentimentale di Trieste (2014), Dice Alice (2015), Oltre le parole. Scrittrici triestine del primo Novecento (2016). Ultimi libri di poesia: A chi di dovere (2007); Beli Andjeo (2009); Le sorelle (2013); La manutenzione dei sentimenti (2015). Ha vinto il Premio Senigallia (2007); il terzo Premio Malattia della Vallata (2009); il secondo Premio Subiaco. Città del libro (2014); il Premio speciale San Vito al Tagliamento (2017).

 

La rubrica “Scaffale poesia: editori a confronto” è a cura di  Silvia Rosa

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