CONFINE DONNA – VIII PUNTATA 

Qual è stato il confine che ti ha segnata di più, cambiandoti, quello dal quale hai sentito di non poter più fare ritorno?

Nel racconto “L’ Altrove” poi tradotto all’inglese con il titolo “Elsewhere” parlo di un ipotetico possibile trasloco in Spagna. Gli immigrati, emigrati, trapiantati hanno facilmente queste idee, di poter andare altrove. Già si sa come si fa, non è poi tanto difficile, anche con i figli, anche per il lavoro, la scuola, l’affitto. Ho capito negl’anni di quel racconto che non me la sentivo più, che stavo bene in Italia, che non me la sarei sentita di cambiare lingua, abitudini, clima, cibo. Che sarebbe stato tutto troppo faticoso e che avevo trovato un buon “altrove”. Un giorno poi ho contato in italiano. Prima quando contavo era sempre in francese. Da quel momento ho sentito il non ritorno. Ho sentito che l’Italia (da considerare per me come Europa) sarebbe stata la mia patria e che sarei stata italofona.

da Così nuda (Ensemble 2012)

Senza parole

Non sono da quella parte del ponte che si attraversa
Nella corrente d’aria di una Vistula sterrata
Sono chiazza
Informe
Verbo senza contorno
Disambientata.

Eri tu quello nell’ombra dietro alle mie spalle?
Ancora sento sulla schiena tracce di sconosciuto
Sui fianchi, sulle cosce, sulla nuca forse
Ampolle a ventose
Risucchio che drena
Una perdita perpetua di parole acquisite
Il salasso dell’anima di volatile migratore
Buchi ridotti a vocaboli incidentali

Words, mots, palabras, słowa

Non vorrei più usare parole di altri
Ma allora quali?
Se non ho le mie

Barbara Serdakowski (Gryfino, Polonia, 1964) ha vissuto l’infanzia in Marocco per poi emigrare nel 1974 in Canada. Vive a Firenze dal 1996. Cittadina canadese, si è laureata in lettere e traduzione all’Università Concordia di Montreal. Ha pubblicato tre raccolte poetiche: Senza verbo (Lietocolle, 2017); la silloge multilingue Così nuda (Ensemble, 2012); La verticalità di esistere linearmente, (Firenze, 2010). In prosa ha pubblicato il romanzo Katerina e la sua guerra (Robin Edizioni, Roma), e Gli aranci di Tadeusz, (Ensemble, 2018). È presente in diverse antologie: Poeti toscani alle soglie del terzo millennio (2000, poesia), Anime in viaggio (2001, narrativa), Kaboom (2001, poesia), Impronte. Scritture dal mondo (2003, narrativa), Il catalogo delle voci (2005, poesia), Italiani per vocazione (2005, narrativa), San Nicola agiografia immaginaria (2006, narrativa), Ai confini del verso/poesia della migrazione in Italia (2006, poesia), Nuovo planetario italiano. Geografia e antologia della letteratura della migrazione in Italia e in Europa (2006, poesia e narrativa), Multicultural literature in contemporary Italy (2007, narrativa), A New Map: The Poetry of Migrant Writers in Italy (2011, poesia), Libri migranti (2015). Suoi materiali sono stati pubblicati sia in riviste italiane (La nuova Tribuna letteraria, Helios Magazine, Prospektiva, Ghibli, Pagine, Pagina zero) che estere (Francia: Le Baron Samedi, Phréatique langage e création, Vers de Plume, Nouvelle Plume, Dégaine-ta rime; Polonia: Dekada), nonché in numerosi siti letterari (El Ghibli, Sagarana, Kuma, Quadernetto, Patria letteratura, Iris News). Ha vinto diversi premi in concorsi letterari – racconti inediti e poesie. Per la natura translingue e poliglotta, il suo lavoro poetico è stato spesso oggetto di interesse e studi per saggi e tesi di dottorato.

 

La rubrica “Confine donna: poesie e storie d’emigrazione” è ideata e curata da Silvia Rosa

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