Dalla prefazione di Alessio Alessandrini.

[…] la scrittura di Davide Lucantoni brilla per tensione e attenzione formale, cura del dettato poetico che mai scade nell’artificio fine a se stesso. C’è una naturalezza nel suo divagare dinoccolato e disarmante, una semplicità del dire complesso che raramente è rintracciabile, e sicuramente lo è ancor meno in chi come Davide si accinge a proporre le sue primissime prove testuali che, invece, si impongono già per la forza espressiva, la vocazione speculativa, per la nitidezza e la misura del verso, (quand’anche si tratti di un verso lungo o lunghissimo), l’originalità e la maturità del poetare che viaggiano all’unisono.  […] Sono ordigni ben congegnati quelli di Davide Lucantoni e per questo non lasciano in pace il lettore, lo chiamano ad una strenua attenzione, lo costringono a un allarme continuo. Eppure raccontano di una quotidianità, di una Cronistoria – è il titolo di una delle due sezioni in cui è divisa la raccolta – comune a tutti noi: di passeggiate e di panorami, di incontri e di riunioni familiari, di figure e scene molto concrete eppure molto precarie. Nella continuità data dalla forma breve, si evince però una sensibilità ancora più affinata e una purificazione del fare poetico che sublima la presenza dell’io riuscendo a dare una prospettiva del tutto originale e straniata di quello che Davide osserva e scrive. 

  * * *

 

Dalla raccolta Eccesso di forma, Arcipelago Itaca Edizioni (2018)

 

Novembre

C’era una scritta nuova in vernice rossa
sui mattoni di cinta del camposanto,
diceva: Qui per i discorsi non c’è più posto.
Faceva molto freddo in quel periodo
e l’aria talmente densa, si scolpiva con la voce.

 

*

 

(andare a tentoni e chiamarli gesti, fare
cose nel frattempo, ma farle in tempo se
il tempo è la sintassi di uno svolgimento
che sta tra cosa ti sfugge e se te ne accorgi)

 

*

 

E non può più proseguire voltandosi, la nave,
lasciato un porto piuttosto che un altro.
Già salvagente, imbarca derive. Il vapore
che vedi viene su dai posacenere, mentre
si allontana lungo la traiettoria del saluto,
convinta che le faccia vento.

 

*

 

Il padre di mio padre

Siede al riparo delle sopracciglia, dentro
la mansarda di un corpo, nel tentativo
di abituarcisi e in quello di sfuggirgli:

fammi un favore, mi fa, vai di là, vedi
se mi trovi, e se dormo svegliami;
dì solo che lo cerco io.

 

 

Davide Lucantoni è nato a Sant’Omero (TE) il 28 maggio del 1992. Vive a Tortoreto (TE). Si è laureato in Economia e management all’Università Politecnica delle Marche, sede di Ancona. Eccesso di Forma è la sua opera prima in assoluto.

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