Dalla raccolta Porta Libeccio (Carta Canta, 2018)

 

A casa
C’è che gli anni trascorsi è difficile contarli
e le stoviglie si rompono sottovoce,
fino a che non rimane un solo bicchiere
allora invecchi sentendo tutto insieme

il fracasso di ciò che il tempo ha rotto.

 

***

 

Palermo è amara vista dal cielo
senza gelsomini,
parlavo a mio nonno che sorrideva e capiva
pieno come un albero che sta e fa ombra.

        Cosa vuol dire non so più camminare?
«Annacarsi. Ondeggi coi piedi fissi a terra».

        Le cose hanno perso possibilità.
«I bicchieri, il pavimento, i balconi».

        Il mare, gli alberi, il promontorio.
«Non c’è più movimento».

        La chioma di vetro rosa sta ferma.
«Il vento».
        Nessun vento. Mi fermo. Il dolore mi allontana da quello
                                                               
[che ho intorno. Mi perdo.

«Se ti perdi, comincia qualcosa».
        Le cose hanno perso possibilità.
«Cos’è questa mano davanti al tuo dolore?»
        Non è.
«Cos’è questa luce davanti al tuo dolore?»
        Non è.
«E questa terra? I lombrichi, il vaso di ciclamini che piace a tua
                                                               
[nonna?»
        Non è. Tu non sei. E io?

        Nonno, adesso diventerò più buona o più cattiva?
«Saprai essere più buona e più cattiva».

        Cosa vuol dire non so più camminare?

 

***

 

Ero seduta alla fine. I serpenti di macchine e luci
sfilavano oltre al finestrino. Bisogna capire:
dove vai
come ti siedi senza consapevolezza?
La leggerezza che ho perso mi ha ridato un corpo
«Mi ha fatto bene crescere» diceva nonno
il vento non mi strappa
sono pietra e fiorisco.
Poi ti ho visto arrivare,
tornare è trovare casa
e sono tornata alla spiaggia guardandoti
( come se i capelli non ti fossero mai caduti
come se quello potessi essere tu
dopo tutti questi anni).
Lo senti il vento?
Ti ha mai fatto male?
Eppure sei tornato.

 

 

Emanuela Rizzuto nasce a Palermo nel 1995 e studia attualmente Lettere classiche presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Dal 2015 collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e nello stesso anno arriva tra i finalisti del concorso Certamen. Nel 2017 vince il premio nazionale Elena Violani Landi per la sezione “poesia inedita” e nel 2018 pubblica la
raccolta di poesie e prose poetiche Porta libeccio edita per CartaCanta. Una sua poesia è stata pubblicata da Interno Poesia e diversi suoi articoli e recensioni sono apparsi su pagine e riviste online. Oltre che di poesia, si interessa di fotografia e di cinema. Nel 2017 alcuni suoi scatti sono stati esposti al primo Festival Internazionale della Fotografia del Mediterraneo – Marenostrum, altri sono stati pubblicati dall’ANSA e dal giornale La città di Salerno. Dal 2016 si occupa della documentazione video-fotografica del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna.

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