Da Anamorfiche (Arcipelago itaca edizioni 2018)

 

*

(disinganno: astrazione che
in uno schianto
implode nel dolore
per poter poi sparire)

Provocano il suono
disarmonico dell’utopia
gli appendiabiti,
in plastica, spogliati,
che sfioro e che tocco con la mano ‒
                                      uno a percuotere
dondolando brusco sull’altro ‒

dentro il margine composto
dai grandi rettangoli
appena colorati e uguali
del guardaroba.

Intanto, fuori,
la pioggia rimbomba cadendo
perpendicolare sul pavimento
liscio della terrazza.

 

 

*

So che ciò che adesso ascolterò
avrà il suono freddo
del parlare solerte.

«Chiamami, quando sentirai questo messaggio».

Insieme alla frase
un possibile,
flebile sottofondo:
( … )
auto che vanno
con un fruscio netto, più corto
di quelle che vengono.

 

 

*

Il cielo è reciso
e basso
davanti allo sguardo.

Due palazzi vicini
quasi si toccano coi tetti;
d’improvviso aprono
un varco senza voce.

Un gruppo di bambini passa.

Mi sfiorano correndo.
Con i volti sospesi
ridono
senza ridere.
Conducono la brezza.

 

Danilo Mandolini è nato ad Osimo (AN), dove vive, nel 1965. Ha pubblicato, in versi: Diario di bagagli e di parole (1993), Una misura incolmabile (1995), L’anima del ghiaccio (1997), Sul viso umano (2001), La distanza da compiere (2004), Radici e rami (2007) e A ritroso (2013), che raccoglie un nucleo di inediti e ‒ per ampi tratti rivisitata ‒ anche una vasta selezione di testi da tutta la precedente produzione. Sue poesie e suoi racconti brevi sono apparsi in antologie, riviste e blog letterari. La sua opera in versi ha ottenuto riconoscimenti in numerosi Premi letterari italiani.
Nel 2010 ha ideato ed iniziato a curare “Arcipelago itaca”: un progetto di diffusione della poesia contemporanea e non solo che nel frattempo è divenuto anche casa editrice. Per Arcipelago itaca Edizioni, oltre ad esserne il titolare, è responsabile di alcune collane.

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