ORIGAMI

Piegai la carta per sentirmi viva
il primo lembo fu l’estate in barca
i trenta nodi il mare senza fianchi
il sole sardo sordomuto il tempio
la varicella le linguacce il sale
buttato indietro tre volte col polso
la coda mozza in fuga di lucertola
dalle suore all’asilo a ricreazione

il secondo lembo fu Carla il corvo
con l’occhio torvo di cenere e ghiaccio
balia di Capo Verde vigilessa
appollaiata fuori dalla stanza

il terzo lembo un pianoforte iena
suonato al buio orlato da due stipiti
dai fosfeni mandarancio degli ospiti.

 

 

***

 

 

BOLGHERI

Siamo a piedi e il tassista cocainomane
prosciugato dalla frenesia d’esistere
smista occhiate rossofuoco e sfoghi
promettendo di portarci a Bolgheri

la sabbia brucia i piedi non pretende un’immagine poetica la sabbia
brucia i piedi e basta l’onda
quando si rompe sul torace accende risate bambine e non pretende
ghirigori metaforici freudismi

vivere appieno piangere in profondo
madre che filma figlia piccola e ride e insieme vanno sulla sabbia
vivere appieno piangere in profondo
lo scalpitio dei passi e le caviglie il sangue che fluisce alla stazione

la calca e le caviglie il tempo il tempo
ricordo, già ricordo, quando a Bolgheri
non ci andammo e trovasti cento lire
sulla strada sterrata fino al mare.

 

 

***

 

 

ISTANTE

Il vento che dal nulla bianco se corriamo in piazza
ci sfila le ombre ci dona una mania d’onnipotenza
proviene dal bicipite del frate che aziona la campana che vibra
spaventando un minuscolo bimbo stridulo in collo a sua madre
vuole sua madre soltanto
mentre corriamo nel nulla bianco
d’un mondo più simile all’olimpo

di certo il solstizio più bello di sempre provvisorio
come le lucciole sopra le scale che portano all’orto
mannari vampiri gufi ladri ogni creatura all’inverso

come il paesaggio trainato dai treni quando riparto
per incontrare l’incerto mi lascio indietro l’incerto.

 

 

 

Francesca Mazzotta è nata a Firenze nel 1992. Specializzandosi in poesia italiana contemporanea, ottiene presso l’Università di Bologna la laurea triennale in Lettere Moderne con una tesi sulla prima produzione di Andrea Zanzotto, e la laurea magistrale in Italianistica con una tesi sul poemetto novecentesco. Nel 2015 vince il premio Elena Violani Landi, bandito dal Centro di Poesia Contemporanea e dall’Università di Bologna. Nel 2016 vince il premio InediTO – Colline di Torino, che le garantisce la pubblicazione del suo primo libro di poesie, Reduci o redenti (CartaCanta editore, 2016). Suoi testi poetici, narrativi e critici sono comparsi su blog (Perigeion) e riviste (Atelier, Cultura Commestibile, Flanerì, Midnight, Quid Culturae). È in corso di pubblicazione per la rivista Ticontre un suo saggio sul rapporto poesia-guerra nelle due raccolte “belliche” di Ungaretti e Sereni, rispettivamente Il Porto Sepolto (1916) e Diario d’Algeria (1947). Con Reduci o redenti è nel 2018 tra i vincitori del Premio Solstizio e tra i selezionati del Premio Internazionale di letteratura Città di Como, in entrambi per la sezione Opera Prima.

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