Benvenuti. Questo appuntamento mensile vi permetterà di conoscere alcuni dei poeti che si dedicano al Poetry Slam e alla poesia orale, di leggere i loro testi e di vedere i loro video.
Il Poetry Slam è una disciplina che vede il poeta, lo Slammer, recitare i propri testi dal vivo avendo a p disposizione un palco, il proprio corpo e tre minuti per esprimersi. Una giuria scelta a caso tra il pubblico valuta il testo e la performance e vota il vincitore. Lo spirito è quello del confronto col pubblico e con se stessi; “Il miglior poeta non è quello che vince” è il motto della coppa del mondo di Poetry Slam di Parigi.

 

 

GIANMARCO TRICARICO


Che cos’è il trash? E il gusto? Una risposta troppo dolce a volte nasconde un cuore amaro.

 

Gianmarco Tricarico (Milano, 1990), poeta e slammer di sostanza.
Dal 2015 organizza e co-conduce Awanagana Poetry Slam ed è curatore artistico di Fuoripalco, piccola rassegna di poesia, teatro e stand up comedy all’aperto. Nel 2016 ha co-organizzato Poetry Slam McDrive Edition, il primo poetry slam a svolgersi alle 2 di notte, nel parcheggio di un McDonald’s. Suoi testi compaiono in varie antologie (Parola nel mondo /Milano, 2016, Rayuela Edizioni, III e IV raccolta pubblica di poesia di Tempi diVersi e Antologia Metropolitana, 2015, autoproduzione a cura di Davide Rossi).
Fa parte del collettivo poetico milanese Tempi diVersi. Insieme ai poeti Andrea Fabiani e Lorenzo Bartolini fa teatro-poesia con il progetto Trio Paloma. Intanto gira per locali e circoli portando un reading di poesia al limite tra l’imbarazzo, la denuncia e l’incredibile scioglievolezza di Lindt. Nel Dicembre 2018 per Miraggi edizioni è uscito il suo primo libro Dolci Traumi.

 

– Nella mia prima poesia c’erano i defunti

– I vecchi con il deambulatore e la camicia hawaiana

– Per rimboccarti le coperte

– Commesso per vocazione (Pollo 13)


NELLA MIA PRIMA POESIA C’ERANO I DEFUNTI

Entrò mio fratello
facevo le medie
e mi grattavo le palle,
studiavo la noia
e quel mio fratello
si fece compagno,
si mise vicino,
accanto si mise
e con un braccio
dietro la schiena
mia incurvata, disse:
– Perché non la scrivi
una fottuta poesia? –
– Eh già, non son mica
poeta. – gli dissi
– Ma mica serve esser
poeti per scrivere
una poesia…

chiudi gli occhi
e pensa al mare –
– Si fa così? –
– Sì, chiudi gli occhi
e pensa alle onde…
alle onde…
alle onde… –

Scrissi una poesia
dove la gente moriva,
moriva in guerra,
in guerre bastarde
e un uomo volante
contava i cadaveri
ed erano tanti
tutti riversi
su una spiaggia
d’inverno.

Aprii la sua porta
con il foglio in mano,
gravido di speranze,
bagnato di poesia,
follemente impaziente
ah, la santa impazienza
dei giovani…

Cos’è questa merda?
mi disse
mi hai preso per Bruce Willis
dei miei coglioni?
Cazzo sei? Il Sesto Senso?
tu quando chiudi gli occhi
vedi ‘sta roba?

No eh! Gli dissi.
Non mi puoi cazzo
smontare alla prima,
gli dissi,
ma io
me ne stavo anche
spensierato
a pensare alla figa
e a imparare a farmi
le seghe come
i bimbi normali
ché io son pure in ritardo
rispetto alla media
e non ho ancora capito
come la devo muovere,
‘sta cazzo di mano!

Ma sarai tu, la merda…

…tu sei la merda

Della merda
Della merda
Della merda
Della merda
Ma minchia
Sei la merda
Della merda

Passa mia madre

Pure tu sei la merda
Della merd dela mer
Della merd-dela-merd
La merd dela-merd
Dela-merda-dela-merd-dela-merd

In lacrime

Della merd dela mer
Della merd-dela-merd
La merd dela-merd
Dela-merda-dela-merd-dela-merd

Mio fratello
alla fine mi disse
che forse non ero bravo
a scrivere poesie
ma che ero già pronto
a essere un poeta

mi mancava solo
di farmi le seghe.

 

I VECCHI CON IL DEAMBULATORE E LA CAMICIA HAWAIANA

i vecchi con il deambulatore
deambulano
i vecchi con la camicia hawaiana
hawaiano

i vecchi col deambulatore
e la camicia hawaiana
deambulano
e hawaiano
ovunque.

Hawaiano
deambulando per strada,
deambulano
hawaiando al baretto,
sul marciapiede,
ci vorrei fare le gare
con i vecchi,
anch’io col deambulatore
a sgasare di brutto
però vedete, ecco,
io non deambulo
un po’ hawaio
ma non basta
perché non deambulo,

ma il vecchio Joe
del bar di Pinuccio,
lui deambula mica da ridere,
lui fa il culo a tutti
quando si parla di deambulare
ha la luccicanza il vecchio Joe,
mai visto uno deambulare così
e hawaia pure, hawaia sì!
Quando hawaia lui,
lo tsunami.

Insomma ci sono ‘sti vecchi
del bar di Pinuccio
tre quarti dei quali
sono vedovi,
l’altro quarto non so,
è che a chiedere
mi sembra brutto

insomma ci sono ‘sti vecchi
che fanno le gare
e scommettono male,
non scommettono soldi,
non ce l’hanno la grana

sono vecchi un po’ pazzi,
sono vecchi un po’ tristi,
si giocan le foto
dei loro nipoti,
si giocan le foto
dei momenti felici
dei matrimoni dei figli
dei battesimi
delle comunioni
e delle cresime
robe che ai vecchi
piacciono un sacco.

Ai vecchi ‘ste robe
li fanno commuovere.

Ché poi non importa
che foto hanno davanti,
i vecchi ci vedono poco,
non distinguono i volti,
gli bastano i corpi
e s’immaginano i visi
dei loro cari lontani.

Il figlio di Joe
è un tipo discreto,
una volta è passato,
gli ha detto soltanto:
– Ciao papà come va?

Nient’altro gli ha detto,
non aveva il coraggio.

Ma il vecchio Joe
del bar di Pinuccio,
lui deambula mica da ridere,
lui fa il culo a tutti
quando si parla di deambulare
ha la luccicanza il vecchio Joe,
mai visto uno deambulare così
e hawaia pure, hawaia sì!
Quando hawaia lui,
Pearl Harbor.

 

PER RIMBOCCARTI LE COPERTE

Per rimboccarti le coperte
mi son slogato il polso,
mi è caduto sul fegato
il cuore,
ha fatto un tonfo sordo.

Tosse fredda, la tua,
scrivo spesso
cose tristi,
parlo di malattie,
di cosucce curabili,
di febbriciattole passeggere
perché lì posso giocare,
giocare a pensare
alla morte rimbambita,
al tuo corpicino senza vita,
allo strazio
senza luce,
alla campagna mia appassita.

Per rimboccarti le coperte
son diventato forte
perché è cosa da niente
la morte,
basta non fare corrente,
basta non lasciare aperte
due porte.

 

COMMESSO PER VOCAZIONE (Pollo 13)

 

La rubrica slammer è a cura di: Paolo Agrati

Oltre alla scrittura e alle performance dal vivo, si dedica al canto nella Spleen Orchestra, band che ha fondato nel 2009. Numerose le sue partecipazioni a manifestazioni internazionali tra le quali il XXIV Festival della Poesia di Medéllin, il XXXIII Festival di Poesia di Barcellona, la World Slam Cup di Parigi e il IV Portugal SLAM. Nel 2018 partecipa alla Poefesta di Oliva in Spagna e al MIAMI music Festival di Milano. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Partiture per un addio (Edicola Ediciones 2017)  Amore & Psycho (Miraggi Edizioni 2014), Nessuno ripara la rotta (La Vita Felice 2012), Quando l’estate crepa (Lietocolle 2010) e il libriccino piccola odissea (Pulcinoelefante 2012).

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