Poesia del nostro tempo presenta l’Archivio virtuale de L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e in altre lingue minoritarie.

Francesco Gemini, nato ad Ancona (1969) risiede a Falconara M.ma. Dopo la maturità all’Istituto d’Arte di Ancona, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Urbino. Ha sempre pubblicato in italiano. Con la silloge A stilla a stilla è inserito nell’antologia La poesia onesta (Falconara, 1996). Nel 1997 ha pubblicato l’opera prima, La memoria immobile. Con la raccolta Nottando è presente nella in Canto a cinque voci (1999). È del 2007 Mano gialla (capo Cheyenne) (Ed. L’Orecchio di Van Gogh). Nel 2008 con la silloge Cantichio jazz inaugura la nuova stagione in neo-dialetto anconetano. Nel 2010 pubblica la silloge A rìtimo jèzz  nel volume Poesia neodialettale (Ed. peQuod).

da A rìtimo jèzz (peQuod 2010)

Hî fato ‘n’ombra
‘tacata al corpo mio

L’hî vuluta fà
per fàme nudu
davanti a la luce
dei giorni
A lungheza de cervelo
strombeta e sfiata
‘n’antra metà
che io vurìa

Hai creato un’ombra/ attaccandola al mio corpo// Hai voluto farla/ per farmi essere nudo/ nei confronti della luce/ della vita// Pensandoci bene la mia mente/ è felice e sfinita/ ma io un’altra metà/ vorrei accanto

Questionario

1. La preghiamo di indicarci i modelli di riferimento (italiani, della sua lingua, stranieri) della sua poesia, dove questi studi e letture l’hanno portata all’individuazione del suo stile.
Italiani: Pascoli, Ungaretti Pavese. Tre autori diversissimi come scrittura e stile ma essenziali per il Novecento. Baudelaire, E. Dickinson, J. Prévert. Dialettali: F. Scataglini, F. M. Serpilli, Pasolini, Noventa. Canti Navajo Canti Cheyenne e Apache.

2. Ci sono differenze significative tra la sua produzione di poesia in “dialetto” o nella sua lingua, e quella in italiano (se presente)?
Ho scritto molto in lingua, da tre anni  compongo anche in neodialetto anconetano. In italiano prevalgono le tematiche più esistenziali, in dialetto sento il trasporto del ritmo e poi mi accorgo che il ritmo veicola anche i soggetti.

3. Con quali poeti contemporanei (della sua area linguistica, italiani, stranieri) intrattiene un dibattito costruttivo? Con quali ha semplicemente condiviso un percorso di gruppo (blog, riviste, associazioni) o di scambio di opere letterarie? Quali poeti l’hanno colpita di più?
Frequento individualmente molti poeti e pittori, ma spesso sono invitato da associazioni e gruppi per letture di poesia, in Ancona e Falconara e Chiaravalle e Urbino.

4. Quale l’immaginario o le immagini più diffuse, nella sua opera dialettale o nella sua lingua? Ci sono differenze tra l’immaginario che usa nella sua lingua e quello delle sue opere in italiano o in prosa (se presenti)?
L’immaginario è legato all’Ancona della contemporaneità più aggiornata di quella di Scataglini che ambienta la sua poetica nel dopoguerra… Il mare, che è la cornice naturale di Ancona mi suggerisce per forza di cose il ritmo e il jazz, che suppone la libertà e la durata del sentire. Sono affascinato anche dalla leggenda del centro storico, palazzi, chiese, salite e slarghi e vicoli che mi catapultano nel passato ma mi danno anche nostalgia di un futuro da sogno.

5. Quali teorie (estetiche, politiche, etiche, critiche, etc…) sono presenti all’interno della sua poetica? Il suo modo di lavorare a un’opera di poesia (il processo formativo che ha usato) è stato influenzato da queste teorie? Se sì, può descrivere anche le modificazioni della sua scrittura/operatività in poesia, in dialetto, nel corso degli anni?
Sono legato alla sobrietà di Ungaretti e alla limpidezza di Saba. Pascoli mi ha trasmesso l’agilità del verso e la natura nel dettaglio.

6. Il suo modo di scrivere nella sua lingua è rappresentativo del parlato della sua area di appartenenza (paese, città, provincia, regione)? Quali le differenze con il parlato? Ha introdotto altre lingue/linguaggi/codici/segni nella sua opera in dialetto o lingua? Ha recuperato espressioni linguistiche arcaiche?
Il mio dialetto (sarebbe meglio dire neodialetto) si parla in gran parte della zona costiera del centro Marche: Ancona, Falconara, ecc.

7. In percentuale, quante persone pensa parlino in dialetto/lingua nella sua area di appartenenza (paese, città, provincia, regione)?
Il 70% parla agevolmente il dialetto (quello moderno).

8. La sua regione presenta leggi di tutela del dialetto o supporta le pubblicazioni in dialetto con qualche legge? E’ in grado di illustrare queste leggi (o dare i loro riferimenti)?
Il dialetto non è protetto da leggi dello Stato.

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