©Fotografia di Dino Ignani

 

 

Nati negli anni Ottanta è un progetto a lungo termine che ha l’intento di riassumere e catalogare le esperienze poetiche individuali o collettive portate avanti da autori scriventi in italiano nati tra il 1980 e il 1989. Si tratta di poeti cresciuti letterariamente in ambiti e contesti diversi e dunque legati spesso a modi di intendere il discorso in versi del tutto differenti. Per segnalare i libri dei poeti nati negli Ottanta scrivete sul form di contatto.

 

 

Fabio Orecchini (Roma, 1981) è poeta, artista verbo–visivo e sperimentatore di linguaggi. Ha presentato i suoi lavori nei maggiori Festival italiani di poesia, nei Musei d’arte contemporanea Ex G.I.L di Campobasso, MAXXI di Roma, Palazzetto dei Nobili de L’Aquila, presso la Biblioteca Nazionale e l’Accademia d’Ungheria di Roma ed eseguito installazioni site specific in spazi indipendenti e gallerie d’arte in molte città italiane. Suoi testi e opere visive sono apparsi su numerose riviste tra cui Alfabeta2, Versodove e L’Ulisse, ed è presente nel documentario “GenerazioneY – Poesia italiana ultima” prodotto da Rai5. Nel 2014 ha pubblicato per i tipi di Luca Sossella Editore l’opera testuale e verbosonora Dismissione (post-fazione di Gabriele Frasca / prima ed. Polimata, Ex-tratione, 2010), in collaborazione con il progetto musicale Pane. Del periodo 2016-2018 l’installazione testuale ed artistica TerraeMotus (Premio ELIO PAGLIARANI 2018 per Innovazione e fusione dei linguaggi), in bilico tra performance di scrittura continua, body-art, e paesaggi verbo-sonori. Partitura verbale dell’installazione, il testo Per Os (nota di Tommaso Ottonieri), è stato pubblicato per le edizioni Sigismundus nel 2017. Una sua nuova raccolta dal titolo Figura sta per uscire per la casa editrice Oedipus nella collana CromaK diretta da Ivan Schiavone. Collabora con Poesia del nostro Tempo e con la rivista Argo per la quale ha curato il volume Calpestare l’oblio (Cattedrale, 2010) e la prima edizione italiana di After Lorca (Gwynplaine, traduzione di A.Franzoni, 2018 – Premio Benno Geiger per la traduzione) di Jack Spicer. Il suo sito personale è https://fabioorecchinipoesia.wixsite.com

 

 

 

Testi tratti da Dismissione (Luca Sossella, post-fazione di G.Frasca, libro+cd PANE, 2014 / prima ed. Polimata, 2010). Qui per un ascolto integrale del Concept album omonimo realizzato da PANE.

 

Dal Paragrafo I Lamine rovine

 

III. La Gru o L’ironia dei contenuti

Disseppellite ossa

mucchi di gessi

tra i resti container

feretri e asbesti

fonoassorbenti

lastre d’alluminio

senza documenti.

 

 

Nella terra si scava senza sosta

si sprofonda

 

 

***

 

 

Dal paragrafo II Corpi dissepolti

 

II. Termodispersione

fibrilla – ma non una scheggia di luce –
la vita nei giorni dimenticati e anche
il mattino di siepi pare grinzare – fraintende
le foglie nel loro restringersi- come in attesa
del tempo
non v’è traccia

filamenta, nell’erba
un sospiro di gigli potenziali
le tue mani le forbici tagliare
incidere radici sradicare fusti sradicare
– la coscienza dell’autunno
il primo giorno di primavera –
equinozio
questo nostro silenzio

lamina
rugiada allungata il tuo sguardo
l’artiglia la solca la terra
il mio io – l’umido terrestre –

goccia dopo goccia il primo sole
le lacrime il sudore quel silenzio

le mosche cercano gli occhi sempre gli occhi,
l’iride.

 

 

***

 

 

Dal Paragrafo III – Elementi di reazione

 

III + I :: COLLAGENE :: ossidoriduzione

lumina caustica il cielo fenolico
Dio annusava l’aria dall’alto dei caterpillar
claustrofobica
quell’aria maleodorosa la terra smossa
la cava bruciava nel tramonto fibrosa
brulicante di cavi travi macchine pneumatiche
polveri e grida.
Si scavò per giorni e giorni. Ma la terra era solida
ghisa, iridio l’uomo morto mio padre. L’uomo di metallo.
La bara di cute che alluminava
– inossida – le carni scavate anch’esse.
Si disse: “Tornare allo stato primordiale…”

Meta uomo mesotelioma.

 

 

*****

 

 

Testi tratti da Per os (Sigismundus, 2017). Questo libro costituisce la partitura verbale dell’installazione TerraeMotus (Premio Pagliarani 2018).

 

Dalla sezione Ananke | i due mondi

 

Il bilancio definitivo è di 308 morti, circa 1600 feriti di cui 200 gravissimi, circa 65.000 gli sfollati, alloggiati momentaneamente in tendopoli, auto, alberghi lungo la costa adriatica. Tra le vittime si registra il decesso di Giovanna Berardini che avrebbe dovuto dare alla luce sua figlia Giorgia il giorno seguente al terremoto e invece morì nella sua casa in via Fortebraccio insieme al marito e al figlio; per questo motivo, non è raro trovare nel conteggio delle vittime anche il nome della nascitura e, di conseguenza, un numero totale di 309 morti. Numerose le persone estratte vive dalle macerie, anche dopo molte ore dalla scossa principale, tra cui Marta Valente 24 anni di Bisenti, studentessa di Ingegneria, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni di Mondaino, estratta dopo 42 ore, nonché Maria D’Antuono, 98 anni di Tempera, trovata viva dopo 30 ore, che ha dichiarato di aver trascorso il tempo lavorando all’uncinetto.

 

 

***

 

 

Dalla sezione Per os / somministrate parole

 

A togliere via dai resti le macerie, le carni dalle vesti
a togliere via le bocche recuperare i denti
a togliere via le lingue le gole dai tormenti

Lasciare intatti gli occhi, intoccate le orecchie
i corpi materia dell’acedia, le zone interdette
il fuoco di parole che devasta / mentre tutto d’intorno si tace

 

 

***

 

 

Dalla sezione OO | SS – la memoria della crisi | la crisi della memoria

 

corpo nell’errore, nel farsi termine, tramite noi, come termite
nel dolore, a fare buchi cavi, valicare travi su travi, come cavia
per tornare ai noi, ai giorni terminali e                   scavi e scavi

 

 

***

 

 

Tratto dalla sezione Ifigenia | sequenza mancante

 

madre a nascondere i polsi, le artriti
dei legamenti, il nodo ritorto dei legami
l’incedere a passi lenti sommovimenti,
il padre a mostrare i denti, i lacerti, incerto
se ridiscendere verso i catrami mostrami
il martirio di pose le forze arrese, i reperti
non per trascinarsi -iridescente- non per non dire
i come ancora i se resti – resisti
ridere di quanto vissuto per niente

 

 

***

 

 

Tratto dalla sezione Iato | apertura

 

per astrazione, per muta dei moti inestinguibili forme, pietrificate estinte, laddove tutto muove in levare,

per estrazione di forme, remote l’orme pietrificate estinte, inestinguibile moto in levare,

tutto muove verso dove, verso il peso lieve del dolore, deforme, stantio, d’istante mostrami che tutto muore

 

 

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Testi tratti da  F i g u r a , studio su Alcesti di Euripide che a breve verrà pubblicato da Oèdipus nella collana CromaK diretta da Ivan Schiavone.

 

Dalla sezione  cercatemi e fuoriuscite | tanatomorfosi

 

 fuoriuscita dalla prigionia

neuma dei morti anche il  vento impietrito, addio  addii,
interdetta risata della notte -abituro del dire- cercatemi e
fuoriuscite mi dissi ha detto ripeti o, rientrare nel covo
covo mortalmente chiedere ai restanti minuti di vivere

soltanto, il tempo di morire

 

 

***

 

 

Cos’è che dentro questo spettro

vocale, a tormentare il cosmo, cos’è che dentro nel vedere
l’esser  veduti ? invisa contava  minime esplosioni  e  mi
collezionavo -a resti a scaglie come un cane una formica
verde- noi non a prendere in cura non noi e velocemente
l’azzurro pendeva dai suoi occhi

caduti, prese la mira

 

 

***

 

 

quale la sostanza dei giorni

diseredati,  senza  più  giorni, come  voltarsi, verso  quale
ricordo ereditare un corpo astratto, fatto morto, sostanza
del ricordo il nostro volto, appeso a un fil di cielo e d’occhi
-inveduto incustodito inesausto- si lasciano cadere

a mezz’aria, che non si possa più dire non ancora

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1 Comment

  1. Frankie 27/02/2019 at 3:22 pm

    Interessante scoperta!