da ordine e mutilazione (Edizioni Pietre Vive 2016)

CARNE
*
io non ho radici
nei posti
nulla mi dice la casa
la strada il sole da un verso
piuttosto che dall’altro
non metto radici nel letto
dormo bene dappertutto
(a volte la schiena, sì certo,
d’accordo)
io le radici le metto
nel tempo
come cane
mi struggo d’affetto
invidio il gatto
a cui basta segnare
il suo angoletto
carne senza radici
si appoggia ad altra carne
senza bisogno di terra
dove stare
carne più carne
nell’aria
a fluttuare
**
ecco com’è il corpo
che non segue più
la persona
:
frigida carne
non sente non risponde
carne bianca
neanche il sole attacca
carne che muore sotto
la pioggia
odore di carne di cane
bagnato
ride la vecchia che mi
sente parlare
e non capisce
– e ha ragione
(torna, amore
ché la tua carne
mi può salvare)
oppure no : io sto.
sotto la pioggia fino
allo scioglimento della
carne inutile
sarò. ad un punto
qualcos’altro
che sempre puzza di
cane bagnato
***
che cosa mi mangia
adesso qui e ogni giorno
ma adesso qui, ora
lo vorrei dire e (non) posso
non è per nessuno
la mia carne
è fatta per mangiarsi
da sola qui e ora
ecco la mia carne stessa che
si mangia da sola
qui sopra questo letto
mentre tu ovunque qui non
cosa c’entri poi tu
col mio mangiarmi
me stessa da sola
: non tutto è memoria di te
non questo banchetto
allestito sul mio letto
a cui siedo e mangio
sola

L’ARTISTA
gli usuali aggettivi di possesso
con te io non li conosco
potrei al massimo azzardarmi ad
infilarmi nel plurale
confondendomi nel mucchio tra il
resto
allora potrei anche provare a dire
nostro
e accaparrarmi quanto di te rimane
:
brandelli di fegato
non certo di prima scelta
non opzionati da chi ha preferito tenersi
parti meno usurate
– il cuore, ad esempio, tra le più ambite
appare intatto
rivendibile come nuovo
mai usato
CON TUTTO IL CORPO IMMOBILE
mi hai sezionata
per esaminarmi come uno
scienziato il suo vetrino
e poi ricompormi a tuo
piacimento
nell’inconsistente elementarità delle
due dimensioni
(ciò che c’era di profondo:
livellato sotto le tue mani)
pentito / mi guardi:
una figurina
allora provi a gonfiarmi con tutto il fiato
sperando di ottenere
come minimo un bassorilievo
e fai giochi di ombre e luci
con le mani
cercando di immaginare non dico
eccentrici riccioli barocchi ma
almeno una neoclassica plasticità
poi di nuovo con l’alito redento tenti
pieni e vuoti di volume per
scorgere un minimo movimento
nella materia che hai davanti
e che sono io
– che vorrei dirti che sì,
sono viva,
con tutto il corpo immobile
che sì, sono viva e
il mio corpo risponde
Elena Zuccaccia (1988) è nata a Perugia e

:
Elena Zuccaccia (1988) vive a Perugia dove gestisce l’agenzia letteraria settepiani. Scrive sul blog comebavadilumaca.wordpress.com. Collabora con il progetto Umbria Poesia.

Nel 2016 ha pubblicato ordine e mutilazione (Edizioni Pietre Vive), la sua prima raccolta.

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