in quel giorno
in quel giorno
senza nome dove semino
le stagioni
mi sciolgo
nell’antico canto orale
del mio popolo
mi porto avanti
solo poco dietro il futuro
per sempre
nel sacro silenzio
divento un verso del poema
dell’umanità
***
sull’orlo
Di questa prossimità dell’uomo
alla vita non si hanno verità
in tasca, s’intuisce, appena,
che il sapere è meraviglia
e che c’è molto da imparare
da ogni cosa, da ogni cosa
che ritorna, da sempre, perché
viviamo delle stesse cose
– essere – in un accordo
di sopravvivenza dove
le dinamiche della realtà
non servono a garantire la pace
e nessuna di queste suggerisce
di cercare bellezza, per sentirsi
vivi sull’orlo della carne,
solo, si respirano le ceneri
del tempo nello spazio,
nello spazio di una domanda,
che siamo.
***
l’umanità in ognuno
la madre dell’universo partorì la vita
sappiamo,
indubbiamente, se ora siamo
tracce nelle mappe di senso
senza un perché
quando vengono chiuse parlano le porte
ma non capiamo,
infinitamente, solo sappiamo
che veniamo da lontano
senza un perché
a partire da niente tendiamo all’aperto
per sempre,
senza confini, solo si sente
un suono oltre l’uomo
***
Raffaele Niro è nato in Puglia nel 1973.
Per la poesia ha pubblicato L’attesa del padre (Transeuropa, 2016, 2017² – Premio Minturnae); Lingua di terra (La Vita Felice, 2013); Carte d’identità (Sentieri Meridiani, 2011); Cartacanta (Edizioni Di Salvo, 2009 – Menzione Speciale Premio Montano).
È presente su antologie, riviste e siti online italiani e stranieri, nel censimento della poesia italiana under 40 di PordenoneLegge, nell’atlante dei Poeti Contemporanei Ossigeno Nascente tenuto dal Dipartimento di Filologia Classica E Italianistica Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, e in tutte le ultime antologie della poesia pugliese dell’ultimo secolo [Letteratura del Novecento in Puglia. 1970-2008 a cura di E. Catalano, (ed. Progedit, 2009); A sud del sud dei santi. Sinopsie, immagini e forme della Puglia poetica. Cento anni di storia letteraria a cura di M. Zizzi, (ed. Lietocolle, 2013); Verso levante. Un secolo di poesia pugliese (1913-2013) a cura di F. S. Lattarulo, (ed. Stilo, 2014)].
Per la narrativa è coautore di Inchiostro di Puglia (Caracò, 2015, postfazione di Nicola Lagioia), de I fuggiaschi (Stilo, 2013, prefazione di Franco Arminio), di Babel Hotel (Infinito, 2011, prefazione di Gian Antonio Stella) e di Rondini e ronde (Mangrovie, 2010, prefazione di Jean-Léonard Touadi). Entro il 2018 uscirà il suo primo romanzo, Futuro Interiore, per Les Flâneurs Edizioni.
Ha curato l’antologia Sotto il più largo cielo del mondo. Trenta poeti dauni con Canio Mancuso (Besa, I quaderni dell’Orsa, 2016).
Per il teatro ha scritto Acqua, la cui prima teatrale è andata in scena nel 2001 al Teatro “E. De Filippo” di Roma per la regia di Barbara Bagnini; lo spettacolo di narrazione Ed ora ammazzateci tutti – omaggio a Peppino Impastato; lo spettacolo di narrazione I piedi al muro. Una donna saharawi; il reading musicale Il pane ispirato al poemetto omonimo di Umberto Fraccacreta, con le musiche dei Rione Junno.
Per la radio (Radio Europa) ha ideato, scritto e condotto due programmi: Poesia alla radio con il quale presentava poeti italiani del ‘900 e le loro opere; La locanda Almayer, un programma che ad ogni puntata affrontava un tema di attualità attraverso un “blob” audio con le voci degli intellettuali del secondo ‘900.
Da alcuni anni conduce un laboratorio poetico di scrittura e lettura creative per bambini e ragazzi denominato il Cantiere delle parole bambine.
Realizza videopoesia e documentari video-poetici.
È ideatore e direttore artistico del festival “DauniaPoesia”.