Dalla raccolta Bellezza domestica (Ensemble, 2018)

 

Quadernetto punk

 

Certi giorni pare che il senso della vita sia quello
                        di non sembrare un totale cretino
e allora avrai bisogno di star solo con te stesso
in tutte le forme e condizioni possibili −
dentro sette miliardi di cosmi e persone
in perfetto ritardo −
esco dalla doccia ancora sporco di vecchiaia
con la testa nella poesia e le mani nel cemento
all’ombra di un decesso storico
che spiega con assoluta precisione
l’autentica solitudine o il momento perfetto
in cui viene esposta la nostra natura.

“Tutto è bene ciò che finisce”,
per una sola volta
leggerò queste parole bruciando
ordinando ai servi di spezzare
cose senza misericordia
e passerò sotto i portici di Sassari
sollevato dal vento leggero
che renderà Piazza D’Italia
l’emblema della mia solitaria tristezza,
che bello, sono gonfio come un’anguria.

Dopotutto
il sottoscritto è fortunato a resistere al fumo e al buio
riuscendo a parlarvi tutti anche uno alla volta
ogni giorno fino allo schianto
lasciando lo splendente ricordo d’essere stato un corpo umano
con l’ultima poesia iscritta per davvero
sotto l’ultimo miracolo regalato;

ma non tutti, del resto, desiderano guarire da qualcosa:
a volte, l’unica cura, è lasciar perdere.

 

 

Poetry kills the radio stars

 

È assolutamente necessario capire da dove siamo arrivati
da quale genoma siamo partiti
per doverci impegnare così tanto a dilatarci
a esprimerci in forme e concetti socialmente naufragati
a definire il concetto di bellezza in
“quanto forte possiamo stringere un corpo”;
astemio è il mio modo di non guardare quello che non voglio
e anarchico è il pianeta visto con gli occhi di chi non esiste
fuori,
esco per cui dal lavoro della mente
e mi ristoro
dentro i bar della rivoluzione:
potrei diventare il punto più alto
spingere il motore fino a una marcia esistenziale
che accompagni ruote e rullanti in un’intersezione stellare
ma non mi importa essere capito
meglio essere vissuto anche invano ad esempio
seguire un ritmo sospirare cose indescrivibili oltre la parola
stessa
tendere all’illuminazione spirituale e tecnologica:
essere capolavori e prese elettriche
perché tutto pende da una prospettiva
l’universo si manifesta e improvvisamente si frantuma.

 

 

Il principio del tremendo

 

Ridata vita alla materia
ti incamminasti e partisti
per salvare le farfalle dalla disoccupazione
e accogliere l’ombra che possiedi
al taglio netto del tuo corpo osato
usato e frustrato

alle particelle di morte
voglio scordarti
abbandonarti nella polvere
dentro una casa che non m’appartiene
così che non sappia mai più niente di te
neanche un ricordo accennato
così che nessun taglio possa emettere
ancora una luce.

Da qui
ogni volta
esco come se fossi in punizione.

 

Frankie Fancello, nato a Sassari nel 1989, ha partecipato a numerosi festival e reading come autore e performer. Edita per Ensemble (2018), Bellezza Domestica è la sua prima raccolta di poesie ad essere pubblicata.

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