Dalla raccolta Tempus Tacendi  (Alla chiara fonte editore, 2017)

 

Godere dei pomeriggi ventilati
dici, e delle grandi albe miti
e delle colazioni piene di luce
e sorrisi, e profumi, e colloqui tenui –
godere di ogni istante, di ogni breve
parola o gesto o bacio
come di un dono

(Ma se fosse, mi chiedo
questo nero abisso
che pulsa dietro il velo delle pagine
meno labile, meno
infìdo di quel chiarore
che lo nasconde?)

 

*

 

Come sale, da lontano, il coro muto e cupo
di labbra chiuse, nel vento –
alto sulle mura, intriso
della polvere che vela lo sguardo

Come marea di tempo
e di memorie –
                            stormo di sogni alati
dissolto dal bacio della luce –
così salga più lieve, così
divenga persa musica ogni dolore crudo
ogni terreno amore

 

*

 

Perché il ritmo è la morte mi ripete
muta una voce
oltre gli schermi del sogno –
                                               il nulla
come nera acqua trascorre
sotto le trame del canto, risuona
infallibile il pulsare del suo passo

                                                   Così vola
verso il silenzio il tempo di ogni musica
sorge ogni tinta dai gorghi del nero
e ogni vita dal vuoto immacolato
a cui dovrà tornare come torna
alla madre angosciata il bimbo in lacrime

 

 

 

Matteo Veronesi, nato nel 1975, ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Bologna. Ha pubblicato vari saggi sulla letteratura italiana e comparata in riviste e miscellanee. È autore delle monografie Il critico come artista dall’estetismo agli ermetici (Bologna, 2006) e Pirandello (Napoli, 2007). Ha tradotto dal latino (Seneca, Persio) e dal francese (Jammes, Le dit du sourd et muet di D’Annunzio). È autore della raccolta di poesie Il cordone d’argento (Bologna, 2003) e Tempus tacendi (Lugano, 2017). Suoi versi sono stati inclusi nell’antologia Il miele del silenzio (Novara, 2009).

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