Per tutto il mese di novembre si sono rincorsi Ulisse Fiolo e Gaia Ginevra Giorgi, in un testa a testa, e per poche letture il post del mese è quello su Manovre segrete (Interno poesia 2017) della Giorgi, una sorta di tour nella claustrofobia urbana, in cui spiccano alcuni testi ambientati tra moschee azzurre e tornelli-fantasma, che richiamano Istanbul e il terrorismo. Molto politica è la visione negli inediti di Ulisse Fiolo, una mitragliata di endecasillabi durissimi che trattano la questione palestinese e incitano ad andare a Gaza prima che gasino tutti, che descrivono l’ennesima morte di un operaio sul lavoro e si interrogano su cosa sia il mercato, un motore forse pieno per qualcuno, ma di sicuro vuoto per la stragrande maggioranza degli individui.
Un novembre politico, quello di Poesia del nostro tempo.

Cultura ed etica, cose meno importanti forse dei due post di apertura, ma non prive di significato… Nei mesi scorsi abbiamo preso posizione su alcune questioni che investono il mondo editoriale della poesia, il modo in cui i giovani si prestano ad operazioni commerciali, capitalizzate da editor e editori senza scrupoli, ma a farla da padrona a novembre è stata la polemica innescata da alcune frasi di Rosaria Lo Russo, che ha denunciato arrivismo, esibizionismo e conformismo, di molti dei giovani che segue osservando le scene del poetry slam. Ho scritto una lettera a Rosaria Lo Russo, cercando di approfondire e spiegare quello che intendeva, senza fare polemiche, essendo stato fondatore e Presidente della Lips – Lega Italiana Poetry Slam e perché la reazione che hanno avuto molti giovani, attraverso insulti e sberleffi, mi ha impressionato. Ma non era, il mio, un attacco ai giovani, che sosteniamo molto grazie al blog, ma ad alcune modalità che senza moderazioni potrebbero passare per essere la norma. Infatti nel dibattito successivo alla lettera sono seguiti distinguo e ragionamenti, e si è evidenziata l’onestà intellettuale di molti giovani poeti e attivisti del mondo del poetry slam, a partire anche dal Presidente Lips Sergio Garau. Si sono anche evidenziati altri che il degrado lo ispirano – basta andare a vedere il profilo Facebook di Rosaria Lo Russo per comprendere da chi sia stata insultata, dopo questa lettera, e io mi domando per cosa? Non ho mai visto tanti insulti e falsità, in venti anni di rapporti e relazioni nel mondo della poesia come in questi tre mesi su Facebook, via via in modo sempre crescente, in diversi ambiti. Esordienti che non sono esordienti, minacce a premi e siti, gente che parla di nemici e di fuoco amico, insulti a editori e poeti per l’esercizio di un minimo senso critico e di realtà.
Questa spinta narcisistica, collettiva e violenta, che vuole essere ammirata, sempre e ovunque, che sa tutto, ma che è senza argomenti e riflessione storica, che usa la tecnica ma è antipoetica, che è acritica e mistifica, che difende orticelli, ed è guidata da alcuni membri della comunità letteraria, a cui si associano per comodo o inconsapevolmente alcuni giovani, non è solo potenziale sfascio dell’ambiente culturale, è un sintomo di malessere, di inadeguatezze che desiderano farsi sistema, e vengono amplificate dai nuovi media.
Ho domandato alla redazione come ci saremmo dovuti comportare rispetto agli autori che alimentano questo sfasciume: è emerso che non possiamo privarci di un giudizio e di una morale, che valuteremo caso per caso, ma con gli occhi ben aperti.

Come i mesi precedenti la poesia in dialetto continua a essere molto seguita, partendo dall’archivio messo in piedi per l’antologia L’Italia a pezzi. Novembre ospita alcune new entry come Patrizia Stefanelli, con alcune ballate inedite nel dialetto di Gaeta, Alberto Bertoni che recupera il modenese per la sua nuova opera di poesia, Loredana Bogliun con il dialetto di Dignano d’Istria e i versi in ladino di Roberta Dapunt.

La rubrica Grammofono si è scagliata invece come un dardo sulla poesia di Eleonora Rimolo e Simone Burratti, più o meno benevolmente (inizia ad aleggiare lo spirito di cosa pensiamo delle opere dei nostri contemporanei) e abbiamo inaugurato un percorso di catalogazione e discussione sulle opere dei poeti nati negli anni Ottanta, pubblicando Maddalena Bergamin, Noemi De Lisi, Franca Mancinelli, Elena Zuccaccia e Roberta Sireno (Premio Anna Osti 2018). Scaffale Poesia: editori a confronto ci ha fatto scoprire invece il pensiero di Giuliano Ladolfi, con cui ricordo di aver polemizzato molti anni fa in merito alla valenza delle esperienze avanguardiste. Sicuramente siamo sempre stati concordi che bisogna andare avanti, superare le esperienze poetiche del Novecento, e che dobbiamo farlo in ascolto. È una delle interviste più chiare e ponderate degli ultimi mesi. Leggetela.

Antichi e nuovi Slammer: dopo il giovane Alessandro Burbank, vincitore del Premio Pagliarani per gli inediti, che sta scalando la classifica di Amazon con un libro tra i più disfunzionali e inadeguati alla poesia e ai suoi minimi strumenti (punteggiatura dissimile, ripetizioni banali, schema del verso inesistente, tra le mancanze più evidenti), pubblichiamo un poeta e slammer, amante della poesia di Baldini e Giacomini, più invecchiato e forse raffinato, ma di sicuro minor successo, cioè Giacomo Sandron… Messaggio di servizio: il premio Ritratti di Poesia 280, dedicato alle poesie che stanno in tweet è in scadenza… Partecipate! La gloria non è assicurata, ma mettersi in gioco è la prospettiva giusta.


Continua la serie di Confine Donna, indagine sulla letteratura femminile “migrata” in Italia, con Eliza Macadan, ed è tornato anche il Laboratorio, da settembre a cadenza mensile, con la scelta di Viola Giusti come poeta-lettore del mese. Un mese, quello di novembre, con degli scambi in classifica generale, a testimonianza che i post più gettonati vengono ancora letti.

La Classifica di dicembre di Poesia del nostro tempo: Patrizia Vicinelli è in testa, seguita da Gabriele Galloni con la sua plaquette Creatura breve (Ensemble), e da Gassid Mohammed con La vita non è una fossa comune (L’Arcolaio). Gli autori più letti mensilmente: a partire da dicembre, le più lette sono state Laura Marino (post più letto nel 2017) con delle poesie inedite e Elena Zuccaccia (post più letto a gennaio) con una selezione dal libro d’esordio ordine e mutilazione (Pietre Vive); Gian Mario Villalta (febbraio) nella recensione di Carolina Rossi alla sua opera Telepatia (LietoColle), e Alberto Bertoni (marzo) con la presentazione di sue poesie inedite; poi l’udinese Francesca Martinelli (aprile) con una selezione da Ex Voto di briganti assassini fate santi e contadini (FrancoPuzzoEditore), sempre restando in Friuli, l’autore più letto a maggio è stato Pierluigi Cappello grazie al saggio di Carlo Selan sulla raccolta Le nebbie (Campanotto); a giugno Christian Tito con i suoi inediti e a luglio Jonida Prifti, nell’intervista di Silvia Rosa per la rubrica Confine Donna; ad agosto la Sicilia si è resa protagonista portando in vetta alla classifica mensile Noemi de Lisi, con il libro d’esordio La stanza vuota (Ladolfi), mentre a settembre un altro giovane autore è balzato in testa, Gabriele Galloni con le poesie da Creatura breve (Ensemble). A ottobre il più cliccato è risultato essere Vittoriano Masciullo, con una selezione da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio) e a novembre Gaia Ginevra Giorgi con le poesie da Manovre Segrete (Interno poesia).

I primi tre della classifica annuale

Patrizia Vicinelli è stata ricordata da Davide Galipò in un saggio presente anche in Confini, l’annuario di poesia che abbiamo pubblicato con Istos Edizioni, dove si mette in luce la poliedricità di questa autrice. Un esempio, la poesia di Patrizia Vicinelli, di come si possa coniugare sperimentazione, pratiche di scrittura, oralità e riflessione sulla società. Galipò scrive che “il percorso della Vicinelli ha rappresentato un esempio lampante di come la poesia potesse, nell’epoca di disgregamento dei valori borghesi, in quel decennio che va dal maggio ’68 alla fine del ’77, decostruire il linguaggio del potere attraverso l’uso consapevole, da una parte, della parola, ormai alienata dal linguaggio giornalistico e pubblicitario, e dall’altra del fonema liberatosi del (solo) messaggio verbale. In questo modo, la parola diveniva oggetto e la poesia suono”.

Gabriele Galloni fotografato da Arianna Vartolo

Al secondo posto c’è Gabriele Galloni con una selezione da Creatura breve (Ensemble 2018), una plaquette composta da poesie sul tema di un’esistenza vissuta come mistero: si parla di una “terra secca che si sbriciola”, una sorta di materia che ha breve durata, appunto una “creatura breve”, quasi la vita e il mondo fossero il ritaglio di una diapositiva, il riflesso parziale di una escatologia, di una visione più vasta, ma impossibile da raggiungere. Via via la trama del libro si infittisce e compaiono personaggi “religiosi” descritti con ironia e sarcasmo nell’esecuzione di rituali e preghiere, evocazioni di quanto fintamente possa essere vissuto il rapporto con la vita, fino a prendere in same anche la distorsione della religione con il tema della pedofilia.

Al terzo posto, Gassid Mohammed e il suo libro La vita non è una fossa comune, edito da L’arcolaio: si tratta di una opera che guarda sia all’Iraq che all’Italia e, come scrive Luca Cenacchi, “raccoglie la sfida di amalgamare tradizioni e stili letterari diversi”. Scrittore, poeta e traduttore, Gassid Mohammed nasce e cresce a Babilonia, e dopo la laurea quadriennale a Baghdad continua i suoi studi a Bologna. Nel 2011 conclude i suoi studi in Italianistica e consegue il dottorato nel 2015. Svolge le sue attività letterarie e culturali a Bologna e in altre città italiane, facendo parte di diversi gruppi. Attualmente vive a Bologna ed è docente di lingua araba all’Università di Bologna e all’Università di Macerata.

Tutta la classifica*

1. Patrizia Vicinelli
2. Gabriele Galloni
3. Gassid Mohammed
4. Giuseppe Nava
5. Lorenzo Carlucci
6. Christian Tito
7. Francesca Martinelli
8. Laura Marino
9. Gian Mario Villalta
10. Elena Zuccaccia

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo

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