Questo mese La zattera atlantica ci restituisce due poesie da Bambini innamorati (Fili d’Aquilone 2018), penultimo libro del poeta Mariano Peyrou, nato a Buenos Aires nel 1971 e residente a Madrid dall’età di cinque anni. Le traduzioni dallo spagnolo sono a cura di Alessio Brandolini.

  • Giovedì 2 maggio, a partire dalle ore 15:45, Mariano Peyrou dialogherà con il poeta catalano Jaume Subirana presso l’Aula Baratto dell’Università Ca’ Foscari in un incontro organizzato dal Dipartimento di Studi Linguistici Culturali Comparati.
  • Sabato 4 maggio, a partire dalle ore 18.00, Mariano Peyrou leggerà alcuni suoi testi a Palazzo Leoni Montanari nell’ambito del Vicenza Poetry 2019.

«Eso es la música: sentir el movimiento | de las hojas y sentirse avanzando | hacia el centro del viento, | un ritmo, un lenguaje sin código. Toda | la sexualidad que me interesa es infantil.» M. Peyoru

da Bambini innamorati (Fili d’Aquilone 2018)

***

La otra vida

Cada una de sus cartas aviva
lo que somos y las posibilidades
del sueño y la demora,
muestra un espejo donde aparecen
siglos de infancia condensados en
la imagen de unos niños enamorados
tirándose del pelo. No tiene
nada que ver con mis lecturas
sobre Giordano Bruno ni con
la sorprendente humedad de esta
estación saturada de burbujas,
recuerdos tibios que van de un lado
a otro imitando a las luces
de los coches de una ciudad
desértica. En otra época se habría
dicho que las clarinetistas saltaban
desde los tejados de las casas
donde apenas ardía un poco de
leña cada noche y volaban
un rato en los sueños ajenos
antes de hacerse polvo contra
las piedras, recuperando para los
demás ese trozo de vida que nos
falta, y se elevaban de nuevo,
polvo secreto sobre los bosques cercanos,
y su música sonaba para siempre,
en los desvanes y en los nietos,
sigilosa y alegre, cogidos de la mano.
Nada que ver con las excavaciones
submarinas ni con el falso mito
de los bombones envenenados, pero
ahora es así, pongo la radio
y oigo lo que habría querido decir antes,
las oscuras motivaciones de la hierba
son las nuestras.

L’altra vita

Ognuna delle sue lettere ravviva
ciò che siamo e le possibilità
del sogno e del ritardo,
mostra uno specchio dove appaiono
secoli d’infanzia condensati nella
immagine di alcuni bambini innamorati
che si tirano i capelli. Non ha
niente a che vedere con le mie letture
su Giordano Bruno né con
la sorprendente umidità di questa
stagione satura di bolle,
ricordi tiepidi che vanno da un lato
all’altro imitando le luci
delle automobili di una città
deserta. In un’altra epoca avremmo
detto che le clarinettiste saltavano
dai tetti delle case
dove appena ardeva un po’
di legna ogni notte e volavano
un momento nei sogni altrui
prima di andare a pezzi contro
le pietre, recuperando per gli
altri quel pezzo di vita che ci
manca, e si sollevavano di nuovo,
polvere segreta sui vicini boschi,
e la loro musica suonava per sempre,
nelle soffitte e nei nipoti,
riservata e allegra, presi per mano.
Nulla a che vedere con gli scavi
sottomarini né con il falso mito
dei cioccolatini avvelenati, ma
ora è così, accendo la radio
e ascolto ciò che avrebbe voluto dire prima,
le oscure motivazioni dell’erba
sono le nostre.

***

Teoría

Ése es el juego maravilloso: que
parezca un símbolo, haz que nos arrastre
con la estrategia de un símbolo.
El judo era así, también
la seducción: aprovechar la fuerza, el movimiento
del otro, sus ganas de soñar, sus
carencias, su proyección de imágenes-misterio
en una pantalla que se desplaza siempre
hacia los actos. Manejamos sólo unos
recipientes opacos donde no hay más
que cierta capacidad para el juego,
y eso no es poco. El texto
no es simbólico, lo que es simbólico
es el lector.

Adoro la teoría porque tengo miedo
de lesionarme.

La práctica es para los perros,
que pueden acoplarse a la vista
de todos. Dales un pelotazo
a esos perros.

La práctica es posible. La teoría
es utópica o al menos delirante,
y la adoro por eso.

Sufrí mucho saltando por las piedras ásperas
de la costa con una novia rubia
y robada de la mano. Escupía
la espuma sobre aquellas rocas abrasadas
por la erosión y uno se imaginaba la piel de
las ingles ensangrentada y la sal
de las curaciones y el ardor y a una
madre llorando y toda la ilusión y la energía
invertidas en ese cuerpo, en ese
recuerdo hinchado y espantoso.

Teoria

Questo è il gioco meraviglioso: che
sembri un simbolo, fa’ che ci trascini
con la strategia di un simbolo.
Il judo era così, anche
la seduzione: approfittare della forza, del movimento
dell’altro, della sua voglia di sognare, delle sue
carenze, della sua proiezione d’immagine-mistero
su uno schermo che si muove sempre
verso le azioni. Maneggiamo soltanto alcuni
recipienti opachi dove non c’è più
che una certa capacità al gioco,
e questo non è poco. Il testo
non è simbolico, quel ch’è simbolico
è il lettore.

Adoro la teoria perché ho paura
di farmi male.

La pratica è per i cani,
che possono accoppiarsi davanti
a tutti. Tira una pallonata
a quei cani.

La pratica è possibile. La teoria
è utopistica o almeno delirante,
e per questo l’adoro.

Ho sofferto molto saltando tra le ruvide pietre
della costa con una fidanzata bionda
e rapita mano nella mano. Sputava
la schiuma su quelle rocce infuocate
dall’erosione e uno s’immaginava la pelle
dell’inguine insanguinata e il sale delle
cure e l’ardore e una
madre che piange e tutta l’illusione e l’energia
investite in quel corpo, in quel
ricordo gonfio e spaventoso.

Mariano Peyrou (Buenos Aires, 1971) è sassofonista e laureato in Antropologia Sociale. Vive a Madrid, dove lavora come professore di Scrittura Creativa, Storia del Jazz ed Estetica della Musica. Si dedica anche alla traduzione. Ha pubblicato i seguenti libri di poesie: La voluntad de equilibrio (Fundación María del Villar 2000), A veces transparente (Bartleby Editores 2004), La sal (Pre-Textos 2005), Estudio de lo visible (Pre-Textos 2007), Temperatura voz (Pre-Textos 2010), Niños enamorados (Pre-Textos 2015) e El año del cangrejo (Pre-Textos 2017). In Argentina sono state pubblicate due antologie della sua opera: De las cosas que caen (Bajo la luna 2004) e La unidad del dos (EDUCC 2004); mentre altre due antologie sono apparse rispettivamente in Colombia, La otra vida (Universidad EAFIT 2015) e Portogallo, O discurso opcional obrigatório (Averno 2009). Sono stati tradotti in italiano Il Sale (Raffaelli Editore 2010), Temperatura voce (Edizioni Fili d’Aquilone 2013) e Bambini Innamorati (Edizioni Fili d’Aquilone 2018). In Inghilterra è appena uscito The Year of the Crab per i tipi dell’editrice Shearsman. Inoltre è autore di tre libri di narrativa: la raccolta di racconti La tristeza de las fiestas (Pre-Textos 2014) e i romanzi De los otros (Sexto Piso 2016) e Los nombres de las cosas (Sexto Piso 2019).

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