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da Il Debito (LietoColle, 2016)
Tutta la mia vita è nuova, ogni giorno
soprattutto nella sua imprevista vecchiaia
nell’indeterminatezza coltivata
nel riconoscimento mancato per così poco.
Tutti i miei passi sono un passo di troppo
verso l’eccesso o il non abbastanza;
ogni parola pronunciata è una chiave persa,
conchiglia resa sorda dalla ghiaia.
Oscena e limpida ripetizione, incanti
come un verso ipnotico antico:
puoi fare e puoi far fare e suoni
la melodia del pensiero dall’esterno.
È forse segno d’una grave malattia
stancarsi delle rime e delle note.
Tutte le rivoluzioni altro non sono
che mappe di cicliche dimenticanze.
*
Si scambiano, pacatamente o no,
verso qualcosa: ecco il ritmo.
I piedi fanno il mondo grande.
Che cosa mi misurerà senza il movimento?
La pioggia scende in silenzio, senza avvertire,
come la gente quando ride muta
tenendosi le mani sulla pancia.
Lava ogni cosa in un istante ed ecco, subito
la terra calda inizia a traspirare.
Dolciastro, quest’odore toglie il fiato.
*
Tu eri come me, ricordi?
Somigliavamo insieme a qualcun altro
che poi scomparve e ci lasciò il nome,
il volto libero da parentela.
Io ero come te, dicevano,
senza ch’avessimo mai concordato
chi come chi, e quale come
chiudesse questo anello strano.
Alle mie spalle eri riflesso,
di fronte – ombra cinese netta;
e io per te, cammeo inciso:
sasso privato di se stesso.
Ora la folla ci accoglie insieme:
disorientati camminiamo.
Memori, vari, inutilmente.
Fiori recisi senza seme.
*
Di chi è il pretesto che ora faccio mio?
Di chi la linea cicatrizzata che,
palpando al buio, chiamo strada?
In solitudine, il corpo è carta velina che assorbe il tempo;
senza l’incontro è fibra, alimento di se stesso.
Di chi è messaggio, ora, il fischio che mi attraversa,
dove è diretto? Come distinguerlo
dall’aria, una volta fuori. In solitudine,
io sono pari a una nuvola, a una domanda
con cura espressa in lingua sconosciuta.
Anna Belozorovitch è nata a Mosca. Ha da poco concluso un dottorato in Studi interculturali presso Sapienza – Università di Roma.
Ha pubblicato poesia e prosa, tra cui le raccolte poetiche: Anima Bambina (Besa 2005), Qualcosa mi attende (LietoColle 2013) e il romanzo in versi L’Uomo alla Finestra (Besa 2007). Nel 2015 è uscito il volume Poesia (Lithos) di Kazimir Malevič da lei tradotto e curato. È da poco uscita la sua nuova raccolta di poesie Il debito (LietoColle 2016).
Collabora con Versante Ripido, mensile dedicato alla poesia, e fa parte della Compagnia delle Poete.

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