Sostieni la nuova avventura editoriale di ARGO su Produzioni dal Basso!  Per la prima volta in italiano la traduzione di uno dei grandi capolavori del Modernismo americano, After Lorca (1957) di Jack Spicer, cult-book che ha ispirato generazioni di poeti statunitensi; un dialogo raffinato con il poeta Federico Garcia Lorca alla ricerca del senso ultimo della “parola poetica” nella modernità.

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Benvenuti. Questo appuntamento mensile vi permetterà di conoscere alcuni dei poeti che si dedicano al Poetry Slam e alla poesia orale, di leggere i loro testi e di vedere i loro video.
Il Poetry Slam è una disciplina che vede il poeta, lo Slammer, recitare i propri testi dal vivo avendo a disposizione un palco, il proprio corpo e tre minuti per esprimersi. Una giuria scelta a caso tra il pubblico valuta il testo e la performance e vota il vincitore. Lo spirito è quello del confronto col pubblico e con se stessi; “Il miglior poeta non è quello che vince” è il motto della coppa del mondo di Poetry Slam di Parigi.

ALESSANDRA RACCA

Alessandra non ama molto che si dica di lei che è un’importante voce della poesia femminile. Non tanto perché la sua voce non sia (senza dubbio) importante, quanto perché si definisca con il genere un modo di fare poesia solo quando è femminile e non quando è maschile. Siccome credo sia un’obiezione legittima, la definiremo unicamente come una voce importante della poesia.

Alessandra Racca, torinese, è autrice del blog www.signoradeicalzini.it. Scrive poesie che si sono infilate in rete, riviste, pubblicazioni varie e nelle raccolte Nostra signora dei calzini (2008, Ed. Seed), Poesie antirughe (2011, Neo Edizioni) , L’amore non si cura con la citrosodina (2013, Neo Edizioni). Consigli di volo per bipedi pesanti (2016, Neo Edizioni) è il suo ultimo libro.
Appassionata di poesia “ad alta voce”, fermamente decisa a dimostrare che la poesia non è una noia, è autrice di reading nei quali mescola poesia e teatralità a una dose massiccia di ironia e musica.
Dal 2008 porta i reading in viaggio per l’Italia, collaborando con musicisti ed altri artisti. Ha creato nel 2017 il progetto Inpoetica, una performance site-specific che “mette in scena”, attraverso il linguaggio della poesia, il gioco e l’uso di oggetti del vivere quotidiano, memorie personali e collettive, riflettendo sul tema dell’abitare.
E’ inoltre slammer e organizzatrice e presentatrice di poetry slam, contest fra poeti con giuria popolare (Poeti in Lizza, Storie in Lizza, Voci della città, Atti impuri poetry slam). Fa parte del direttivo della Lega Italiana Poetry Slam e ne è coordinatrice per il Piemonte.
Nel 2017 è stata selezionata per i progetti residenziali europei La poesìa anda por las calles, per la costruzione di uno spettacolo in quattro lingue sulla poesia, e Refest – Immagini e Parole sui percorsi dei rifugiati.
Tiene laboratori didattici presso le scuole e corsi di scrittura creativa presso la Scuola Holden di Torino e altre realtà culturali utilizzando il linguaggio poetico e la voglia di giocare con le parole.

Dieci modi per assassinare una donna senza ucciderla
Proposito di dieta
Mia mamma è un fiore abusivo

DIECI MODI PER ASSASSINARE UNA DONNA

Uno, non volerla morta
è stupido volerla morta
una cucina
una lavatrice
una culla
un aspirapolvere, uno straccio per la polvere
un farmaco
un oggetto con molti buchi, bella
un peluches
non si vuole morta una cosa utile
si usa
Due uccidi, sì, ma il tempo
uccidile il tempo per il pensiero
non dare valore al suo tempo
dilatalo e restringilo
sottrai il controllo del tempo
fa che viva per gli altri
lo deve donare
Tre, la paura, fa che abbia paura
descrivile la sua propria paura, dalle forma
che abbia paura di aver paura
Quattro, uccidile lo spazio
stringilo
definisci il suo spazio
definisci ovunque dove non può stare
restringi i suoi passi
Cinque, definisci il suo corpo
definisci vergognoso il sangue
ammutolisci i suoi orifizi
parla al posto loro
Sei, definisci la sua stupidità
definiscila stupida in quanto tale
definisci femminile = stupidità
allontana le parole parlate o scritte
definisci stupide le sue parole
Sette, isola
fa che sia
sola,
che, sola,
abbia paura
di essere sola
Otto, ingravida la giovinezza
umilia la vecchiaia
uccidi la donna ma non la madre
sposa la madre, stupra la donna
fa che odi la donna nell’altra donna
Nove, deve dipendere
fa che impari a dipendere
fa che dica alla figlia
che anche la figlia impari
Dieci, anche picchiando
sbattendo
ruotandole la testa
moltiplicando gli spigoli
i denti, cercando lo scricchiolio dell’osso
rompendo ma soprattutto nella mente
vinci la resistenza manovra
il meccanismo maldestro del cuore

PROPOSITO DI DIETA
A questo mondo voglio
essere più leggera:
già regge troppo peso
Voglio dimagrirmi il passo
qualche chilo per ogni piede
Lo voglio sgravare
poggiare l’essenziale
(Da Consigli di volo per bipedi pesanti, Neo edizioni)
Specie
Ci sono specie animali
più feroci di me
a questo mondo:
ammiro nelle città, negli uffici
dentro le case
zanne, artigli muscoli lucenti e velocità
tattiche di caccia e di sopravvivenza
la legge del più forte
la catena alimentare.
Poi, ma solo talvolta:
fragili, esposte creature
posare sul mondo
esistenze così gentili
mostrarmi, in un piccolo
spostamento, una resistenza
un battito di ciglia o d’ali
la forza altra
l’altra possibilità
di essere umani.
(inedito)

MIA MAMMA È UN FIORE ABUSIVO

Ah mamma, come mi spunti!
Come faccio a nasconderti ora
che ti sei infilata perfino
nel modo in cui porto alla faccia
le mani, storte all’indice – come le tue
ossa costole che spuntano fuori
evidenze e d’improvviso
voglio sapere i nomi delle piante
con l’aria frivola che è tua
quando domandi al mercato
Quanto la devo innaffiare?
e tramesto vasi e gelsomini e bulbi
arrampicata per aggrappare
foglie e rami al nido
guarda come sto in bilico
sfidando scale e basse stature
per far germogliare
la parete di casa (e la vita)
ed io che ti dicevo Ma fai attenzione
non rischiare il collo per un addobbo!
Tu mi spunti mamma
come fiore di un seme portato dal vento
nel vaso che era di basilico e ora
è carico di petali abusivi e spavaldi
e a me che sempre hanno detto
come somiglio a papà
stupisco di questa fioritura
l’indipendenza, mamma, l’essere me
è scoprirti dentro i miei bicchieri rotti
e disordini e pasticci
tenerti finalmente qui
non avere più paura
d’essere tutta.

La rubrica slammer è a cura di: Paolo Agrati
Nato nel 1974 a maggio. Oltre alla scrittura e alle performance dal vivo, si dedica al canto nella Spleen Orchestra, band che ha fondato nel 2009. Numerose le sue partecipazioni a manifestazioni internazionali tra le quali il XXIV Festival della Poesia di Medéllin, il XXXIII Festival di Poesia di Barcellona, la World Slam Cup di Parigi e il IV Portugal Poetry Slam del 2017. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Partiture per un addio (Edicola Ediciones 2017) Amore & Psycho (Miraggi Edizioni 2014), Nessuno ripara la rotta (La Vita Felice 2012), Quando l’estate crepa (Lietocolle 2010) e il libriccino piccola odissea (Pulcinoelefante 2012).

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