Pubblichiamo in anteprima i testi di Giuseppe Nibali, vincitore del Premio Giuseppe Malattia della Vallata 2019. Ringraziamo per la gentile concessione l’autore premiato a Barcis (PN) domenica 14 luglio.

 

Cà cumannunu e patrunianu i puci. N’autru ‘nvernu, dici,
n’autru ‘nvernu e putemu sbarattari.
Ci si stringi u cori. N’figghiu u ‘mmazzaru sparannucci,
n’autru u bastunaru nta calata nivura ro sgricciu. Ora
quarcunu vucìa, ‘ccumincia a vanniari. Quantu è largu
stu pettu? Quantu dura stu nostru tempu? U chiantu
ni padrunia, u scantu su dicemu: Cà cristiani ci simmu.

Qua comandano e governano le pulci. Un altro inverno, dice, / un altro inverno e possiamo chiudere. Si commuovono. Un figlio lo hanno ammazzato sparandogli, / un altro l’hanno bastonato sulla scivola nera della fontana. Ora / qualcuno sussurra, comincia a gridare. Quanto è largo / questo petto? Quanto dura questo nostro tempo? Il pianto / ci governa, lo spavento se diciamo: Queste sono persone.

 

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Scurau, u senti stu scuru ca ni pigghia? Statti ccà. Resta,
è longa a nuttata, e non chianciri, basta. I casi ‘i spunnaru.
‘I spunnau n’ventu chinu e’ jorna. Trasi e talìa a me vesti,
a morsi a morsi ppi ttia, ppi quannu nascisti e ppi to patri
ca u chiamai tutt’u tempu e non m’arrispunniu ancora.

Veni cà, non chianciri. Intra’a chiesa parravanu ro nfernu,
u parrinu s’infucau e avìa l’occh’i fora; ppi lu scantu
t’incaccau l’ogghiu supr’a testa. Sulu cà, pri thri ghiorna,
lucìu a festa.

 

Ha fatto buio, la senti questa oscurità che ci prende? Rimani qui. Resta / la notte è lunga, e non piangere, basta. Hanno sfondato le case. / Le ha sfondate un vento pieno di giorni. Entra e guarda la mia veste, fatta a brani per te, quando sei nato e per tuo padre / che ho chiamato tutto il tempo e non ha risposto ancora. // Vieni qua, non piangere. Dentro la chiesa parlavano dell’inferno, il prete si è infuocato e aveva gli occhi di fuori; per lo spavento / ti ha premuto l’olio sulla testa. Solo qui, per tre giorni, / si è illuminata la festa.

 

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A linnua lorda d’un vecchiu t’à ‘mmagginari, e d’affunnarici
Tuttu d’intra ch’i to peri.

Finu ‘e peri sirbaggi e tinti à ‘ffunnari nto lacu. Lassa
‘e fumeri ‘rrivari ‘e stinchi, ‘e rinocchi. A medda s’à
manciari carni e ossa, à trasiri nte’ i vini. Chistu è u duluri
anticu, chiddu di l’omini muti: fanu ‘n pugnu ri petri
co’ cimentu. Fanu ‘n pugnu ri petri, non t’à preoccupari
i biniricunu tutti co’ cimentu. Poi ci mettunu na cruci.

La lingua sporca di un vecchio devi immaginarti, e di affondarci / tutto dentro con i piedi. // Fino ai piedi selvaggi e cattivi devi affondare nel pantano. Lascia / lo sterco arrivare agli stinchi, ai ginocchi. La merda deve / mangiare carne e ossa, deve entrare nelle vene. Questo è il dolore / antico, quello degli uomini zitti: fanno un pugno di pietre / col cemento. Fanno un pugno di pietre, non preoccuparti / le benedicono tutte col cemento. Poi mettono sopra una croce.

 

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A picciridda cà n’facci ìnchia ‘mpazzuta n’sicchiu di rina.
È bionda avi a faccia sfriggiusa di lintinia. Fossi voli essiri
scannata, com’a scecca zaccariata ch’ancora talia studduta
u catrami ro patruni.

Tutti e dui sunnu coddi ri tagghiari, corpi ca scancianu
l’odiu p’amuri. Accussì smirciannuli nzemmula mentri
a figghia scinni a mari e a scecca preia pa tinturìa, pari
na tissitura, na cerimonia biniritta: una n’terra sbudiddata.
L’autra ca ietta m’pazzuta a sabbia nto sicchiu.
Pari tutta a stissa miseria, u stissu chiantu.

 

La bambina qui davanti riempie impazzita un secchio di sabbia. / È bionda ha la faccia monella di lentiggini. Forse vuole essere / scannata, come l’asina tartassata che ancora guarda stordita / il catrame del padrone. // Tutte e due sono corde da tagliare, corpi che scambiano / l’odio per amore. Così guardandole insieme mentre / la figlia scende a mare e l’asina prega per il massacro, sembra / una trama, una cerimonia benedetta: una a terra sbudellata,/ l’altra che getta impazzita la sabbia nel secchio./ Sembra tutta la stessa misera, lo stesso pianto.

 

 

 

Giuseppe Nibali è nato a Catania nel 1991. Dopo avere conseguito la Maturità presso il Liceo classico “Don Bosco” di Catania, si iscrive in Lettere Moderne presso l’Alma Mater Studiorum, Università degli studi di Bologna dove si laurea nel novembre 2013 presentando una tesi sul concetto di morte nella poetica di Salvatore Quasimodo. Due anni dopo, nel marzo del 2016 si laurea in Italianistica e Scienze linguistiche, con una tesi su Pier Vittorio Tondelli dal titolo Una biografia inquieta – L’opera letteraria di Pier Vittorio Tondelli con voto 110/110 e lode. Suoi interventi critici sono apparsi anche sul sito Bibliomanie.it“Vie per perdere il senso” – Beckett e Tadini; su Clandestino – anno XXVII, n. 4: Sul concetto di identità europea; sull’antologia poetica Centrale di Transito, (Perrone editore, 2016): Sulla poesia bolognese – Dialogo tra Giuseppe Nibali e Alberto Bertoni. Per quanto riguarda l’attività pubblicistica, ha collaborato con il settimanale Prospettive, il bisettimanale Il mercatino e con il mensile dell’Associazione etnea di studi storico-filosofici Timeo; Nel 2012 entra a far parte della redazione del quindicinale Avviso ai naviganti, promosso dalla Fondazione CEUR  e inizia l’attività di corrispondente per la pagina culturale del quotidiano La Sicilia. Dal 2014 fa parte della redazione di Clandestinozoom diretto da Davide Rondoni e di quella del bimestrale Quid Culturae diretta da Filippo Davòli. Collabora con la rivista ClanDestino e nel 2015 è ideatore e redattore del Blog Il Mutante – Imaginario minimo. Dal 2014 collabora con il blog di poesia ParcoPoesia per cui gestisce una rubrica intitolata Dalla Terra impareggiabile e dedicata ai poeti del Sud. Dal 2016 è membro del Consiglio Direttivo del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, con cui collabora dal 2011. Nel giugno 2013, con la casa editrice Affinità elettive di Ancona pubblica la sua opera prima Come dio su tre croci con la quale vince il primo premio al concorso nazionale di poesia Serrapetrona – le stanze del tempo promosso dalla fondazione Claudi, ottiene una Menzione d’onore al premio InediTO – Premio colline di Torino e, nel 2014, risulta primo classificato al premio Elena Violani Landi per la sezione Opera Prima. Nel 2015 esce La voce di Cassandra, secondo libro di versi di Giuseppe Nibali, per Origini edizioni insieme alle belle fotografie di Massimo Dell’Innocenti. I suoi versi sono inoltre inseriti in varie antologie. Altre poesie edite e inedite sono inserite nell’archivio regionale dei poeti meridionali del secondo ‘900 stilata da Carteggiletterari.com; nell’Atlante della poesia contemporanea online Ossigeno nascente curato dall’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna e da Giancarlo Pontiggia, Alberto Bertoni, Marco Marangoni e Gian Mario Anselmi; sulla rivista Poesia, edita Crocetti editore, sulla rivista Atelier e su blog poetici come Poesia di Luigia Sorrentino (Blog RAI), Poetarum Silvae, Samgha, Atelier, Pimpirimpana, Just Humanity, La Libellula, Carteggi letterari, Interno poesia, WSF e molti altri.

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